Piccole aziende del food siciliano all’assalto degli Stati Uniti
Si chiama Gustoso l’inedita formula di rete d’imprese che permette di fare sistema.
L’obiettivo - ambizioso - è arrivare a 30 milioni di dollari di fatturato nell’arco di 24 mesi. Ma probabilmente è a portata di mano, dato che mai prima d’ora 12 importanti aziende del food siciliano si erano messe in rete sotto un unico marchio per portare i loro prodotti sugli scaffali della grande distribuzione americana.
Artefici del progetto, ribattezzato Gustoso sicilian food excellence, sono Daniele Cipollina, fondatore della rete d’imprese, e Paolo Internicola, direttore generale di Gustoso import Usa, la piattaforma che tra qualche settimana inizierà a commercializzare una trentina di linee di prodotti tipici dell’isola e a promuoverle negli Stati Uniti. «Da un anno lavoro a questo progetto che per la prima volta in Sicilia, ma anche in Italia, vede 12 aziende dell’agroindustriale aderire a una rete d’imprese per fare sistema sotto un solo brand» sottolinea Cipollina. I primi container di prodotti Gustoso sono già pronti a partire per essere allineati sugli scaffali di Walmart, Albertons e Sam’s Club, le catene che avvieranno un test in 500 punti vendita. «Negli Stati Uniti ci sostiene anche il nostro socio Frank Cascio, che per anni ha lavorato al fianco di Michael Jackson e che ora è in trattative per acquistare il Palermo calcio. Cascio sta anche lavorando per ampliare la compagine di Gustoso con l’ingresso di altri investitori finanziari» spiega Cipollina che, dopo gli Stati Uniti, punta a replicare nei prossimi anni la piattaforma distributiva anche in Gran Bretagna e in Cina.
E lo stesso vale per la rete d’imprese, un modello che può essere applicato ad altre realtà italiane. «Gustoso per ora è un progetto limitato alla Sicilia, ma dopo questo test siculo la nostra ambizione è di calarlo in tutte regioni italiane. Ognuna, infatti, ha grandi eccellenze alimentari ma anche aziende agroindustriali piccole che da sole non potrebbero mai accostarsi al mercato estero nel modo giusto». (Mikol Belluzzi)