Panorama

Xi Jinping, l’ultimo imperatore cinese che controlla tutto

- A cura di Claudia Astarita

Il 19° Congresso del Partito comunista cinese (nella foto) si è concluso con un solo vincitore: Xi Jinping, il Presidente sornione diventato il leader più potente della storia della Repubblica popolare, superando persino Mao Zedong. Se l’operato del Grande Timoniere fu al 70 per cento positivo e al 30 negativo, Xi non ha sbagliato nulla: in 5 anni ha superato la crisi economica riportando la Cina su tassi di crescita di quasi il 7 per cento; con la crociata anti-corruzione ha ripulito il Partito sanzionand­o 170 funzionari e quasi un milione e mezzo di politici; con la Nuova Via della Seta ha fatto capire al mondo che nessuno potrà mai più permetters­i di mettere la Cina all’angolo. Con il suo «pensiero» ha gettato le basi per modificare le regole sul passaggio di consegne ai vertici imposte 20 anni fa da Deng Xiaoping. Nulla vieta che, nei prossimi 5 anni, creerà le condizioni per farsi eleggere Presidente a vita.

Paesi sin dall’indipenden­za. Le frizioni sono pesanti. La Croazia non si è presentata alla lettura del verdetto della Corte dell’Aja e ha denunciato tentativi di pressione sloveni. Il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec, dopo la sentenza ha più volte invitato Zagabria a mutare la propria posizione, spingendos­i anche a invocare un intervento dell’Unione europea sulla questione. Erjavec ha poi avvertito Bruxelles che «la Croazia non è pronta per entrare in Schengen».

be messo d’accordo con il premier iracheno Haydar al-Abadi e con l’Iran. «Siamo rattristat­i dal fatto che alcuni ufficiali del Puk abbiano collaborat­o a questo complotto e tradito il Kurdistan» ha dichiarato il comando dei Peshmerga. Il Kurdistan si era espanso, dal 2014, fino a una superficie doppia rispetto alla Regione autonoma e ora ha dovuto ritirarsi nei confini del 2003. Poco gli è valso essere stato per 3 anni in prima linea contro l’Isis, e aver perso quasi 2 mila uomini in battaglia.

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