Panorama

POLIMERI GREEN CHE SI DEGRADANO IN 70 GIORNI

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Dietro il successo borsistico della Bio-on (che fattura appena 5 milioni di euro, realizzati per ora attraverso la cessione di licenze) c’è una tecnologia che potrebbe risolvere il problema della plastica per sempre. La società bolognese, nata dieci anni fa e quotata all’Aim dal 2014, ha scoperto che alcuni batteri alimentati da sottoprodo­tti dell’industria agricola producono un polimero molto simile a quello realizzato dall’industria petrolchim­ica per fare la plastica. Il risultato è che è possibile costruire oggetti di plastica identici a quelli che usiamo tutti i giorni (dai giocattoli agli occhiali fino alle microsfere contenute nei cosmetici) ma del tutto biodegrada­bili. «Abbiamo venduto 13 licenze per la produzione di 130 mila tonnellate di questo polimero» dice Marco Astorri, presidente e amministra­tore delegato della Bio-on. «Tra gli utilizzato­ri ci sono fornitori di plastiche per l’industria dell’auto». Come spiega Astorri, un paraurti realizzato con questa bioplastic­a funziona come uno normale, ma gettato in una discarica si degrada in appena 70 giorni. «È come una baita di legno: resiste alle intemperie, ma il legno di cui è fatta si decompone se lasciato in terra o in acqua». Per quanto riguarda in particolar­e la plastica contenuta nei cosmetici, la Bio-on inizierà la produzione di biopartice­lle il prossimo anno in uno stabilimen­to con una capacità iniziale di mille tonnellate all’anno. «Abbiamo deciso di fare un impianto dimostrati­vo» sottolinea Astorri «per impostare uno standard, ma ovviamente poi continuere­mo a cedere le licenze perché serviranno milioni di tonnellate di nuovi micro biopolimer­i per far fronte alla richiesta del settore». È l’inizio di un futuro senza plastica?

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