Panorama

7,2 MILIONI

- di Marco Morello - da New York 66

Il futuro del fumo si scrive al primo piano di un lussuoso hotel nel centro di Manhattan, in una stanza tutta specchi, lampadari piccoli ma sfarzosi, moquette lieve immacolata. Sembrerebb­e l’antipasto di un gran ballo, con gli invitati vestiti in maniera impeccabil­e che si scambiano sorrisi e strette di mano, invece stanno celebrando un’estrema unzione. La promessa del funerale di un prodotto che, paradossal­mente, gode di ottima salute; che solo lo scorso anno (dati Euromonito­r) è stato venduto in tutto il mondo in 5,5 trilioni di pezzi, generando 683 miliardi di dollari di fatturato. Un prodotto in cui convivono la forza dell’abitudine e la schiavitù spesso mortale di un vizio: la sigaretta.

Ci vorrà ancora qualche decina d’anni perché scompaia definitiva­mente da bocche, borse e scaffali, ma il suo destino sembra segnato: «Servirà il tempo di una generazion­e» ripetono come un mantra i suoi aguzzini, i suoi stessi produttori, assieme a rappresent­anti dei governi, scienziati ed esperti di prim’ordine. Sono i partecipan­ti al «Global tobacco & nicotine forum», il più importante evento internazio­nale del settore. Tutti concordi nel voler trovare strade alternativ­e a un oggetto che uccide 7,2 milioni di persone l’anno. Tutti convinti, anzi, di aver già individuat­o una soluzione con l’aiuto della tecnologia, che permette di ridurre la tossicità del tabacco, scaldandol­o e non più bruciandol­o all’interno di dispositiv­i alternativ­i molto sofisticat­i. Superiori ai non riuscitiss­imi esperiment­i elettronic­i LE MORTI ANNUALI LEGATE AL FUMO, PIÙ DI QUANTO UCCIDANO L’AIDS, LA MALARIA E LA TUBERCOLOS­I MESSE INSIEME

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