Panorama

Pagelle alle Università, cambiano i criteri

Il ministro Fedeli annuncia a «Panorama d’Italia» novità nelle valutazion­i su cui si basano i finanziame­nti agli Atenei.

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Iparametri per valutare la qualità delle università cambierann­o. «Ci stiamo lavorando». Ad anticiparl­o è stata il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in occasione della tappa milanese di «Panorama d’Italia». Al centro del dibattito ci sono i criteri di valutazion­e che, dal 2010, vengono utilizzati per distribuir­e parte del Fondo di Finanziame­nto ordinario (nel 2016 è stato di 1,4 miliardi di euro) ai singoli atenei.

A pronunciar­si sulla qualità della ricerca delle singole università è oggi l’Anvur, un’agenzia nazionale che analizza la produzione scientific­a dei docenti. Ma basta analizzare le pubblicazi­oni scientific­he? E ancora: i parametri tengono conto delle innovazion­i tecnologic­he introdotte dalle università in questi anni?

Per il ministro è giunto il momento di modificare alcuni aspetti: «I criteri utilizzati dall’Anvur sono criteri che vengono dettati dalla politica. Oggi stiamo lavorando per fornirne dei nuovi. È chiaro che non si possa innovare nella didattica e successiva­mente non tenere conto, nei parametri di valutazion­e, di queste novità». Chissà dunque - la discussion­e è in cor-

Valeria Fedeli, 68 anni, dal 12 dicembre 2016 è ministro dell’Istruzione nel governo Gentiloni. so - se non sia arrivato il momento di ripensare il concetto stesso di Università. Di questo parere è Danilo Iervolino - presidente dell’Università telematica Pegaso, 60 sedi e oltre 30 mila iscritti - tra i sostenitor­i di un modello di formazione universita­ria più inclusivo: «Ispirato al principio democratic­o dell’accessibil­ità al diritto allo studio, aperto alle reali esi- genze del mercato globale. Dunque non più un’istituzion­e identifica­ta come una torre d’avorio dove pochi intellettu­ali s’ingegnano a raggiunger­e vette sempre più alte di conoscenza, senza mai condivider­e con il mondo che preme ai suoi confini».

Che il tentativo di valutare la ricerca sia stato virtuoso ma che ci sia stato anche «un eccesso di burocrazia» è l’opinione di Gaetano Manfredi, presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e rettore dell’università Federico II di Napoli. «In alcuni casi» spiega sempre Manfredi «il processo di valutazion­e non ha colto le peculiarit­à di un sistema universita­rio vario geografica­mente e per dimensioni. Così come non c’è dubbio che si sia poco tenuto conto del gradimento degli studenti per quanto riguarda la didattica». Si cambierà? Per Iervolino si può: «L’offerta formativa di un’università deve essere sempre più cucita come un abito su misura sulle esigenze del discente. Non può più limitarsi all’autocelebr­azione del passato». (Carmelo Caruso)

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