CHE COSA HANNO SCRITTO
Sul quotidiano El Punt Avui, l’ex vicepresidente Oriol Junqueras riconosce che «si avvicina il momento delle decisioni difficili». Parole che suonano come una retromarcia, dopo la proclamazione della repubblica. Per un sondaggio di El Mundo, la coalizione indipendentista Junt X Sí perderà la maggioranza alle prossime elezioni. Madrid ha invitato Puigdemont a ricandidarsi, ma il fronte indipendentista cerca un sostituto. Sul futuro dell’ex presidente pesano le inchieste giudiziarie: accusato di ribellione, sedizione e appropriazione indebita, rischia fino a 30 anni di carcere.
Il quotidiano inglese The Guardian sottolinea che le riforme sono «senza precedenti» nella storia moderna del Paese, ma restano le preoccupazioni che «una base profondamente conservatrice si opponga a quella che è effettivamente una rivoluzione culturale». Al Jazeera, tv con base nel rivale Qatar, riporta le parole del principe saudita secondo cui l’Arabia Saudita vuole «sradicare i promotori di pensieri estremisti». Nonostante gli impegni di riforma, i critici però hanno messo in evidenza la continua «repressione degli attivisti per i diritti umani e di chi sfida lo status quo».
«I politici non hanno alcun interesse a combattere la corruzione» titola il quotidiano Folha de Sao Paulo, riportando lo sfogo del giudice della Mani Pulite brasiliana, Sergio Moro. A causa delle ruberie chaviste, Bloomberg ha invece innalzato «dal 79 al 99 per cento la possibilità che la statale petrolifera venezuelana Pdvsa fallisca entro i prossimi 5 anni». E se «a Madrid è stato arrestato l’ex viceministro di Chávez», come scrive El Clarin, a New York «l’Fbi sta indagando su tangenti miliardarie pagate dalla brasiliana Odebrecht alla dittatura di Maduro» aggiunge VerticeNews. IL PARERE DI WAYNE WHITE Analista del Middle East Institute di Washington. IL PARERE DI ANDRÉS OPPENHEIMER giornalista argentino esperto di America latina, vincitore di un premio Pulitzer.