UZBEKISTAN, LA NUOVA FUCINA DEL TERRORISMO
Un paese a forte maggioranza islamica, tra tensioni e conflitti.
L’Uzbekistan, noto ben prima di Marco Polo quale passaggio cruciale per la Via della Seta, ha orbitato intorno alla Russia sino al crollo dell’Urss, quando nel Paese sono riemerse le frizioni tra il passato socialista e una secolare tradizione islamica, complice la povertà incipiente. Se, infatti, la sua economia ha mantenuto invariata nei secoli la vocazione per il tessile (ancora oggi principale voce dell’export) la mancata diversificazione ha esposto il paese all’instabilità. Ciò ha spinto Islom Karimov, ex capo del Soviet uzbeko, a instaurare una dittatura laica in forma di repubblica, che ha represso il dissenso e marginalizzato la componente islamica della società. Ma, con una popolazione di fede musulmana (88 per cento) e per il resto ortodossa, già dai primi anni Novanta sono riesplose tensioni etnicoreligiose. Le frange estremiste hanno tentato di rovesciare il governo, con insurrezioni e campagne terroristiche. I confini labili con l’irrequieto Afghanistan e con Kazakhstan, Tajikistan e Kirghizistan hanno favorito il moltiplicarsi di gruppi jihadisti e panislamisti provenienti da tutta la regione e radicatisi nella valle del Fergana. Tra i più pericolosi, il Movimento islamico dell’Uzbekistan, l’Unione della Jihad islamica e il Movimento islamico del Turkestan orientale. Tutti parte del network di Al Qaeda sin dagli anni 90, quando il Jihad ha iniziato a diffondersi grazie all’appoggio di Osama Bin Laden. Con gli anni Duemila, tali gruppi hanno compiuto il salto di qualità, penetrando in Medio Oriente, dove la guerra civile in Siria e Iraq ha visto molti uzbeki ingrossare le file della qaedista Al Nusra e soprattutto dello Stato Islamico. Quest’ultimo li ha cooptati per impiegarli sia nella guerra siro-irachena sia per il terrorismo internazionale. Due uzbeki erano parte del commando nella strage all’aeroporto di Istanbul-Ataturk nel giugno 2016. E sempre un uzbeko, Abdulkadir Masharipov, ha colpito Istanbul nel capodanno 2016. Così come era uzbeko Rakhmat Akilov, che a Stoccolma, il 7 aprile 2017, ha sfruttato la stessa tecnica del camion contro la folla usata a New York dal connazionale Saipov nella notte di Halloween.