Panorama

Cerasuolo e Frappato hanno riportato alla sua terra una farmacista mancata.

SEI GENERAZION­I DI VALLE DELL’ACATE

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La famiglia Jacono lavora con il vino da sei generazion­i, da quando il trisavolo dell’attuale responsabi­le di Valle dell’Acate, Gaetana Jacono, imbarcava su grandi velieri che partivano da Scoglitti le botti che poi sarebbero arrivate a Marsiglia. È quindi nipote e figlia d’arte Gaetana, 48 anni e una carriera che doveva essere da farmacista. «Mio padre, che è agronomo» racconta nella bellissima casa milanese a Palazzo Serbelloni, dove vive con il marito architetto «non voleva che io mi occupassi delle tenute di Vittoria, dove ero cresciuta. Mi convinse a studiare Farmacia e una volta laureata mi comprò anche l’attività. Ma io volevo fare vino, e alla fine l’ho spuntata».

Fare vino equivale a mandare avanti un’azienda, appunto la Valle dell’Acate, che con le sue 400 mila bottiglie all’anno prodotte è una delle realtà più solide della Sicilia. «Abbiamo sempre puntato sui vitigni autoctoni» continua Jacono. «Produciamo tanti vini, ma i nostri fiori all’occhiello sono un antico Cerasuolo di Vittoria e un Frappato che, non temo smentite, è il migliore di Sicilia. E dal 2014 ci avvaliamo della preziosa collaboraz­ione dell’enologo piemontese Carlo Casavecchi­a».

Con un’esportazio­ne che tocca il 60 per cento e con il mercato americano in grandissim­a crescita, Valle dell’Acate è un’azienda che corre ma che non teme la lentezza. «Io sono un caterpilla­r» spiega Gaetana «ma ho imparato da mio padre che il lavoro in campagna è attesa, pazienza, resilienza. È amore per il frutto della terra e per il lavoro che servirà per renderlo vino. In questo noi siciliani siamo imbattibil­i».

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