Panorama

Il dettaglio fa l’eleganza

La perfezione di un abito è per occhi esperti. Piccoli segreti rivelati dai maestri dell’antica sartoria napoletana Caracciolo.

- Di Annalisa Testa

Tagli precisi e morbidezze accurate. Tocchi leggeri, dita abili e veloci. Una gestualità spontanea, frutto di un’eredità di famiglia che si tramanda dal 1918. Nasce cent’anni fa su via Caracciolo, promenade napoletana affacciata sul mare, l’omonima Sartoria Caracciolo, che nel corso del secolo ha vestito personaggi come Totò e i fratelli De Filippo e ha adoperato tessuti, filati e macchine da cucire per dare un’allure di eleganza partenopea alle divinità di Cinecittà nel periodo della Dolce Vita. «Una tradizione tutta napoletana che celebra i dettami della moda maschile», racconta a Panorama Nicola Giordano che, insieme al socio Alessandro Di Micco, tiene in mano le redini della sartoria un attimo prima di salire su un aereo diretto a Mosca.

«I mercati esteri apprezzano manifattur­a e cura per i dettagli, che partono dal disegno del cartamodel­lo e, passando per tagli e imbastitur­e, cuciture e rifiniture, si prendono cura dell’anima del capo fino al suo confeziona­mento. Il tutto lavorato a mano. È così che vestiamo russi e giapponesi, maniaci della perfezione. Ma siamo anche apprezzati negli Emirati Arabi e in Kazakistan, e presto anche in Corea». La magia di un abito di Caracciolo è quello che non si vede. Le lavorazion­i di fodere e spalle, le pence a martello che agevolano i movimenti senza costringer­e il corpo, le destruttur­azioni, le fodere stampate e le cuciture a mano che rendono la struttura del capo flessibile ed elastica. Tocchi di maestria artigiana che mezzo mondo ci invidia.

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