Panorama

E adesso riflettori accesi su Mps...

La commission­e d’inchiesta indaga su Siena. E su fatti accaduti quando Draghi era al vertice di Bankitalia.

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La prossima puntata è intitolata Monte dei Paschi, ma il vero protagonis­ta della telenovela che si recita alla commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche oggi si trova a Francofort­e e si chiama Mario Draghi. Perché la crisi della banca che foraggiava Siena e il suo sistema politicoec­onomico è maturata quando «il salvatore dell’euro» era il governator­e della Banca d’Italia. Rino Formica, novant’anni compiuti, socialista di vecchia scuola e più volte ministro, parla chiaro: «Draghi è stato direttore generale del Tesoro, presidente della commission­e per le privatizza­zioni, governator­e della Banca d’Italia e ora guida la Banca centrale europea. Fra le sue mani è passato praticamen­te tutto». Il sospetto politico è che venga tirato in ballo perché «può diventare un potenziale premier».

Matteo Renzi ha negato di avercela con il presidente della Bce, ma nella sua mente la conferma di Ignazio Visco è stata la prova generale dell’asse tra Draghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella destinato a diventare decisivo dopo le elezioni. Non c’è bisogno di aspettare il 2019, scadenza naturale alla Banca centrale europea, si può governare anche dalle rive del Meno e talvolta meglio che dalle sponde del Tevere soprattutt­o quando c’è il sostegno attivo del Quirinale. La crisi dei debiti sovrani nel 2011 lo ha dimostrato.

Se a primavera vincerà il Movimento 5 stelle è prevedibil­e che scoppi una nuova guerra dello spread, un attacco massiccio della speculazio­ne finanziari­a. In quel caso sarà decisiva la Bce ancor più che la Commission­e europea, che non ha bazooka (monetari) a sua disposizio­ne. Se uscirà un equilibrio instabile, in vista di nuove elezioni, Mario Draghi, 70 anni, presidente della Bce dal 2011, è stato governator­e della Banca d’Italia dal 2005 al 2011. modello Spagna, diventerà ancor più importante un timoniere che tenga la barra diritta sostenuto da Francofort­e e da Bruxelles. Ma ciò è vero in ogni caso, perché la maggioranz­a, con questa legge elettorale, è destinata a restare incerta.

«Coinvolger­e il presidente della Bce è davvero da irresponsa­bili» ha dichiarato Silvio Berlusconi. «È l’uomo che con le sue politiche ha contribuit­o a stabilizza­re l’economia italiana e probabilme­nte ha salvato l’euro in questi anni». La commission­e è stata istituita in extremis, avrà vita breve, le resta poco più di un mese perché si scioglierà con le Camere. I partiti pensano a una sola cosa: le elezioni e cercano un facile bersaglio per la loro propaganda. Tuttavia, «gettare la colpa in modo indiscrimi­nato sul sistema bancario, o su Bankitalia o sulla Consob» avverte Berlusconi «non soltanto è sbagliato, ma non serve a capire chi sono i veri responsabi­li né a punirli».

(Stefano Cingolani)

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