Panorama

Drusilla, l’eleganziss­ima regina di Strafactor

Sagace, irriverent­e e perfettame­nte ambigua, madame Foer è l’icona pop del momento. Forte della sua biografia fake affascina in tivù e anche a teatro.

- di Terry Marocco

Scende nel bar di un hotel anonimo a Roma, come se entrasse nel Bar Hemingway del Ritz. Divina, in un completo nero che Karl Lagerfeld potrebbe amare, Drusilla Foer si ravvia i capelli grigi perfettame­nte coiffati e ordina un gin tonic. Poi, come ogni signora agée che si rispetti, si sistema il corpetto. «Ho una cinturina foderata che mi dà fastidio», spiega la regina di StraFactor, il talent cult, che va in onda dopo XFactor. «Questa cosina apparentem­ente banale è quella che differenzi­a un triste prendisole da un elegante chemisier. I dettagli sono importanti, è dalle piccole cose che si capisce la vita di una persona». E dai dettagli, le mani lunghe, la voce bassa, che si intuisce che dietro Drusilla c’è un’altra identità, quella di Gianluca Gori, eclettico attore, pittore, fotografo, che ha inventato prima sul web e poi in tv il personaggi­o di una nobildonna fiorentina vedova, cinica e snob («Ma non sono nobile, papà non aveva nessun titolo!»). Il dubbio resta, tanto che dopo un suo spettacolo, uno spettatore chiese timoroso al regista Franco Godi: «Non ho capito se è un uomo o una donna». Alla risposta scappò via, quasi in lacrime. Affa- scinante e così simile alla mitica modella Carmen Dell’Orefice, Drusilla porterà il suo recital Eleganziss­ima nei teatri italiani (si comincia da Milano il 29 novembre). «Canto e racconto la mia vita, dall’infanzia a L’Avana agli anni selvaggi a New York, con Andy Warhol». Madame, guardandol­a sembra davvero che la terza età stia avendo il suo momento fashion. I tempi sono maturi per noi mature. E poi l’anzianità è così pratica. Essere invitate da vecchie è come essere fiche da giovani. Ti danno la stanza più bella, tutti si preoccupan­o per te. E tu, senza pudore, puoi guardare il sedere ai ragazzini. In questo suo raffinato terzo tempo non le danno fastidio tutti questi parvenu? Tra volgarità e noia, non ho dubbi: scelgo la volgarità. È più divertente. Purtroppo siamo noiosi, distratti, sempre dispiaciut­i. Senza opinioni. Ci facciamo influenzar­e dal gusto degli altri. Subiamo il web. Che è un po’ come le pinzette: fanno miracoli, ma se non le sai usare, terribili disastri. Lei pare saperle usare bene, chi la veste? La mia sarta, si chiama Tetta. Ho le braccia lunghe, non ho forme, poco seno, dice che le sembra di vestire una scimmia. Chi l’ha ispirata? Josephine Baker. Con il suo gonnellino di banane fu amica dei grandi intellettu­ali dell’epoca. Esistono ancora gli intellettu­ali da frequentar­e? No, l’ultimo è stato l’immenso Paolo Poli. E le donne, come le vede? Irrimediab­ilmente rovinate da Barbie, che ha creato una generazion­e di stereotipa­te. Come si fa ad amare una bambola che ha degli orridi camperos rosa e una sorella deficiente che non cresce mai? Il suo ultimo concorrent­e a StraFactor cantava vestito da gallo, cosa ne pensa di questi talenti imbarazzan­ti? Mi piacciono, sono persone che si espongono, ci credono. E può succedere che accada ciò in cui si crede. La musica va dappertutt­o. È uno stupido classismo pensare che la carriera sia un valore. Allora cosa ha valore?

L’amore. Ho molto amato mio marito, Hervé Foer, sono vedova, ma mi sento ancora sposata con lui. Insieme ci trasferimm­o a Bruxelles. Quanti calzini color tortora ho visto lì. Lui sapeva ascoltarmi. E se un uomo sa ascoltare, sa anche fare l’amore. Oggi quasi nessuno riesce nelle due cose. Non si è più innamorata? Ho accettato delle simpatie. Il signore che abita di fronte a me a Firenze, anche lui vedovo, mi regala una bottiglia di brodo ogni settimana. Mi corteggia così. E il sesso? Si sente una cougar? Non mancano le avances, pare che le anziane signore siano di moda, ma a tutti rispondo che ormai sono in letargo. Tuttavia ne penso tutto il bene possibile. È liberatori­o, anche quando si tratta di sesso occasional­e, è comunque un’occasione di scambio. Chi pensa che il sesso senza amore sia una cosa superficia­le vuol dire che ha una visione limitata delle esperienze. Sono stata una donna molto desiderata, con una carriera sessuale di tutto rispetto. Anche lei ha subito molestie? No, solo qualche proposta sconcia sui social, alcuni compliment­i volgari. Ma in fondo li gradisco. Non voglio sembrare maschilist­a, ma se mi dici «bella figa», hai detto che sono bella. Non è mai successo nulla di più. Come immagina i suoi prossimi anni ruggenti? Avevo due sorelle gemelle, che sono morte in un incidente aereo. Quando mi sarò stufata anche io andrò via così. Nessuno si dovrà rompere i coglioni a portarmi dei fiori. A una certa età, quando la vita diventa pesante, un bell’incidente risolve tutto. Perché è così pessimista? Non basta la villa in Chianti per essere felici. Bisogna avere un centro. Ma Gianluca Gori non la rende felice? Non lo conosco, non so chi sia. E poi è un nome così comune, sarà l’ennesimo uomo banale.

Tra volgarità e noia, non ho dubbi: scelgo la volgarità. È più divertente.

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