CHE COSA HANNO SCRITTO
Il New York Times, quotidiano di tendenza progressista, ha castigato una riforma che «conferma che il primo obiettivo dei leader repubblicani è arricchire l’élite del Paese facendo pagare tutti gli altri. La legge aggiungerà più di 1,4 mila miliardi di dollari al debito federale». Per i repubblicani si tratta invece di una vittoria. «Potrebbe aumentare il Pil del 3-4 per cento» ha scritto il conservatore Wall Street Journal. L’ufficio budget del Congresso, istituzione bipartisan, calcola che la riforma avrà l’effetto di far perdere l’assicurazione sanitaria a 13 milioni di americani entro il 2027.
Come sottolineato dall’indipendentista Talamoni al Figaro, «se si votasse oggi un referendum sull’indipendenza della Corsica, non passerebbe. E che sia chiaro: almeno per 10 anni non lo chiederemo». È una rinuncia che ha rassicurato parecchi corsi. Non solo: un editoriale del parigino Le Monde spiega che, se si è arrivati alla vittoria dei nazionalisti, è perché « il corso della Storia si è rovesciato nel 2014, quando l’Fnlc (Fronte nazionale di liberazione della Corsica) ha abbandonato la lotta armata e la clandestinità». Da allora tutti i nazionalisti sono diventati più credibili.
Su Al Jazeera Hakim al-Masmari, caporedattore dello Yemen Post, ha descritto Saleh come «la persona più potente» in Yemen, dicendo che le notizie sulla sua morte hanno lasciato il Paese «sotto choc». E ha aggiunto: «Non si può dire che questa sia la fine del suo movimento politico, ma è un duro colpo». La Bbc ricorda che il conflitto e il blocco hanno lasciato «20,7 milioni di persone bisognose di aiuti umanitari», creato la più grande «emergenza al mondo per la sicurezza alimentare» e portato a un’epidemia di colera che si pensa abbia ucciso «2.211 persone da aprile». IL PARERE DI ANDRÉ FAZI Politologo e docente all’Università della Corsica. IL PARERE DI GERALD FEIERSTEIN Analista del Middle East Institute di Washington