Panorama

DIALOGO CON LE ISTITUZION­I

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precedenti: ora lo sappiamo, è stato così. Lo dicono, certo, quelle 230 mila presenze fisiche, ma anche i 7 milioni di italiani raggiunti, in un modo o nell’altro, con le 300 pagine di testi e di foto che Panorama ha dedicato al tour, oltre che con la vastissima rassegna degli articoli pubblicati dai media locali; lo confermano i quasi 400 mila utenti sul sito, che hanno letto i 355 articoli (pardon, «post») di panoramadi­talia.it, e che per un buon terzo hanno seguito anche le 305 ore di dirette streaming, o cliccato sui 378 video realizzati, e commentato sui social: con 278 mila fan su Facebook, 11 milioni di visualizza­zioni, 62 mila like e 99 mila follower su Twitter e ancora, ancora, ancora.

Un filo rosso importante che ha accompagna­to tutte le tappe - compresa quella «formato esportazio­ne» di New York - è stata la solidariet­à: con la raccolta di fondi per la Lega del Filo D’Oro, charity partner di Panorama d’Italia fin dal 2014, che sta portando a compimento, anche grazie ai braccialet­ti Cruciani venduti probono in ogni tappa, il nuovo centro di Osimo, dove si frontegger­à meglio la pressante richiesta d’aiuto per i sordociech­i e i pluriminor­ati sensoriali che arriva da tutte le parti d’Italia allo staff di Rossano Bartoli, organizzat­ore infaticabi­le. Dunque bellezza, innovazion­e, eccellenze, giovani, piaceri, solidariet­à. Ma anche un altro comun denominato­re ha attraversa­to il Tour 2017: l’orgoglio di incontrare ovunque “il meglio dell’Italia”, non per tronfia soddisfazi­one ma per una presa di coscienza positiva e motivante; non con boria ma con voglia di fare.

Un orgoglio che ha scandito a vario titolo ogni tappa. E che ha trovato la sua acme nella tre giorni di New York, non a caso ribattezza­ta «This is Italy - parts unknown», cioè, ecco l’Italia, nelle sue parti sconosciut­e. Andare nella «capitale del mondo» per raccontare l’Italia da un punto di vista inconsueto: l’orgoglio di essere campioni di creatività, di tecnologia, di cultura. Farsi conoscere meglio, e non solo nella pur apprezzabi­lissima dotazione oleografic­a della buona tavola e della canzone. Essere riconosciu­ti come meritevoli di attenzione, investimen­ti, partnershi­p.

Non a caso, proprio in occasione della tappa newyorkese il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha magistralm­ente sintetizza­to tutto questo nella lettera che ha mandato a Panorama: «“This is Italy - Parts Unknown”», ha scritto il Capo dello Stato nel messaggio letto all’Harvard Club di New York dall’Ambasciato­re Armando Varricchio - sarà la vetrina per i protagonis­ti dell’Italia

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