Panorama

Quell’ostilità un po’ snob

In Italia ci sono 700 mila clienti al giorno. Senza pregiudizi né paure.

- Di Serena Sileoni - vice direttore generale Istituto Bruno Leoni

Le opinioni verso McDonald’s assomiglia­no a quelle elettorali. Delle due l’una: o in maniera diffusa le persone dichiarano, secondo la regola sondaggist­ica della «risposta socialment­e desiderabi­le», di non apprezzare la catena salvo comportars­i in modo contrario, visto che comunque McDonald’s ha 700 mila clienti al giorno, con 565 ristoranti sparsi in tutta Italia; oppure è un’ostilità ristretta a una élite culturale che riesce a esprimere la propria opinione più e meglio della generalità delle persone, ma che non la rappresent­a. In entrambi i casi, che sia solo apparente o che sia limitata, l’ostilità è frutto della paura della «colonizzaz­ione», di cui McDonald’s rappresent­a un modello. Si tratta di una multinazio­nale, e già questo è un peccato da scontare. E di una multinazio­nale straniera del cibo che fornisce alimenti molto lontani dalla nostra tradizione culinaria, e uguali in tutto il mondo. Un attentato alla sacralità della buona tavola e della dieta mediterran­ea, che è una delle pochissime cose che mette d’accordo tutti nel nostro Paese. È la stessa paura, alimentata da pregiudizi nazionalis­tici e localistic­i, che ha fatto vietare le coltivazio­ni Ogm, proibite non perché non sono sicure, ma perché mettono a rischio le colture tradiziona­li. Ovviamente, pregiudizi di questo genere scontano tre false partenze e una lacuna: 1) l’idea che i cibi a cui siamo abituati siano prodotti autoctoni (se dovessimo risalire a quelli, probabilme­nte mangeremmo solo legumi e cereali e non avremmo nemmeno il pomodoro, simbolo per eccellenza dell’italianità a tavola); 2) l’idea che la buona dieta (intesa anche come modo di stare a tavola) sia minacciata anche solo dalla presenza di un’offerta diversa; 3) l’idea che la globalizza­zione sia un pericolo, di per sé, per il mantenimen­to delle tradizioni locali. Quanto alla lacuna, ci si dimentica che la fortuna di McDonald’s è dipesa anche dall’accessibil­ità dei suoi prezzi. Snobbare ristoranti accessibil­i ai più è dimenticar­si che non tutti possono andare in quelli stellati.

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