Panorama

Se Londra vuole uno statuto speciale anti Brexit

- A cura di Giovanni Masotti

Che il governo di Theresa May fosse criticato da tutti dopo il salatissim­o pre-accordo con la Ue a Bruxelles, era scontato. Attaccata dai «puri» della Brexit, ridicolizz­ata dai fautori del Remain, la premier, dopo avere a lungo sfogliato la margherita, sembra lavorare per una soluzione soft. Superati con perdite i nodi del «rimborso divorzio», della frontiera irlandese e dei residenti dei paesi Ue, i sudditi di Sua Maestà (la metà invoca un secondo refe- rendum per cancellare il primo) si chiedono che cosa succederà quando si toccherà il nocciolo duro del negoziato, i rapporti economicoc­ommerciali. Il sindaco di Londra Sadiq Khan (foto) vuole per la metropoli anti-Brexit uno statuto speciale da città-stato che consenta di scansare i danni del distacco dalla Ue; danni che, specie nella City, si avvertono già in questi giorni. Tra la capitale e il governo centrale il confronto non sarà facile.

trattati sulla doppia tassazione con altrettant­e nazioni, tra cui l’Italia. Il primo dicembre di quest’anno, poi, il presidente Juan Carlos Varela ha addirittur­a firmato un progetto di legge, già presentato in Parlamento per l’approvazio­ne dal ministro dell’Economia, Dulcidio De La Guardia, che prevede il carcere per chi evade il fisco. Ma nonostante tutti questi sforzi la Ue ha incredibil­mente lasciato Panama tra le 17 nazioni pecore nere mondiali in materia fiscale.

taggio delle imprese filo-governativ­e. Ma per l’atto finale, spiega, attende il ritorno del suo futuro vice, Kalonzo Musyoka, in ospedale in Germania. In molti però dubitano della sua volontà di spingersi fino al punto di non ritorno. Le reiterate pressioni americane, quelle di numerosi diplomatic­i stranieri e della Chiesa stanno facendo breccia. E una trattativa sottobanco sembra essersi aperta. Ma Odinga vuole e deve salvare la faccia. Altrimenti non potrà fermarsi.

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