DIETRO I PERSONAGGI DEI SUOI FILM C’È IL RITRATTO DELL’ITALIA CHE NON CAMBIA
Gugliermo come una vera amica, e una figlia, ma soprattutto gli farà conoscere Lovit, l’app di incontri al buio più popolare. Un film tutto al femminile con Maria Pia Calzone, Paola Minaccioni, Eisa Di Eusanio e Francesca Manzini. Per Carlo un ritorno a casa, perché il suo cinema ha sempre esaltato le protagoniste, e insieme un nuovo inizio «perchè faccio cose mai osate prime». La «benedetta follia» del titolo è quella delle donne o degli amori online? Sul set io ho bisogno di essere messo in difficoltà e solo le attrici ci riescono. Questo è indubbiamente il mio film più femminile, era il momento giusto per raccontare la forza delle donne, il loro nuovo protagonismo e soprattutto i sentimenti ai tempi delle app e dei social. Guglielmo finisce risucchiato da Lovit, i tre incontri al buio saranno altrettante tragedie, il sesso nei miei film è sempre una brutta bestia, comico e drammatico e questo è anche un film sui depressi sentimentali, sulla folle confusione amorosa in cui ci dibattiamo. Avevo già raccontato il mondo delle speed date in L’amore è eterno fin che dura, ma qui è protagonista, rappresenta un fantastico microcosmo di mitomania e nevrosi contemporanee con storie di micidiali cartonate. Eppure in tanti, magari al terzo tentativo, si sono innamorati online e poi sposati. Del resto oggi come altro incontrarsi? Stiamo tutti incollati ai cellulari. Per contrappasso, o penitenza, Il protagonista vende articoli religiosi, come quello di Stasera a casa di Alice gestiva una agenzia di viaggi cattolica. I preti, logorroici, flautati o suadenti, sono onnipresenti nei suoi film. Una vera ossessione: è comicità o vera fede? Io sono credente, un cattolico con mille dubbi, ma che si applica nel cercare la fede. Con i preti, come tutti gli italiani, ci sono cresciuto. Da piccolo ero iscritto a una congregazione cattolica, ho fatto carriera da lupetto a esploratore, poi ho studiato dagli Scolopi e soprattutto ho fatto il chierichetto per anni, ero bravissimo! I prelati sono materiale prezioso per un comico: con quella retorica da predica ridondante mi hanno permesso, negli anni ’80 e ’90 di sviscerare una certa ipocrisia cattolica. Uno dei miei migliori amici è stato Monsignor Ersilio Tonini, grandi telefonate, cene insieme. Difficile che io potessi parlare perché quando attaccava lui non si riusciva a fermarlo, però ascoltavo. Un uomo spartano, di fede vera, sono riuscito a fargli vedere solo un mio film, Al lupo al lupo. Non aveva tempo e soprattutto non aveva il videoregistratore. Il suo cinema ha toccato vertici sublimi raccontando i mitomani all’italiana. Com’è cambiato il vizio nazionale in questi quarant’anni? Il mitomane era l’amico sotto casa, grandissimo raccontatore