LA NAZIONALE QUEST’ANNO HA TOTALIZZATO 9 PUNTI NEL SUO GIRONE DI QUALIFICAZIONE AI MONDIALI ED È L’UNICA AL MONDO DOVE NON GIOCA
Ma mentre milioni di persone rimanevano incollate alla tv per assistere all’estrazione dei gironi di Russia 2018, quassù nel Grande Nord i ragazzi della nazionale più simpatica di tutte, in quegli stessi minuti si ritrovavano con l’aria rilassata di chi ha fatto il proprio dovere. Nell’era dei Neymar e dei Cristiano Ronaldo, delle stelle pagate milioni di euro al minuto, del calcio business che risponde più alle logiche del marketing che al profumo del prato, c’è ancora un luogo dove il calcio è un pallone che rotola. La Nazionale delle Far Oer, qualche mucchietto di terre emerse tra Scozia, Norvegia e Islanda, quest’anno ha totalizzato 9 punti nel suo girone di qualificazione ai Mondiali, dopo anni passati a contare i gol subiti fino a non contarli più: un record storico per chi ha l’orgoglio di essere l’unica nazionale al mondo dove non esistono professionisti. Niels smarca merluzzi al mercato del pesce; Pall, Solvi e Jogvan fanno i carpentieri. Ari e Simun studiano all’università.
Scorri la lista degli ultimi convocati e scopri che Frooi Benjaminsen, 40 primavere alle spalle e recordman di presenze in Nazionale di tutti i tempi, 93, fa il secondino nell’unico carcere delle isole. Atli Gregersen lavora all’ufficio di collocamento. Teitur Gestsson fa il portiere ma anche il commesso. L’avvocato Johan Troest Davidsen ha una doppia vita da difensore, in campo come in tribunale. Levi Hanssen è ala sinistra, ma anche responsabile dell’ente del turismo delle Far Oer. L’allenatore è quel Lars Olsen che di miracoli se ne intende. Fu capitano della nazionale danese che nel 1992, da ripescata al posto della Yugoslavia sprofondata nella guerra, vinse il titolo contro ogni pronostico.
L’ultimo campionato si è chiuso a ottobre, prima del letargo invernale. Quest’anno l’ha vinto la Víkingur Gøta, squadra di Gøta, cittadina di circa 550 anime. Panorama ha assistito a una delle ultime partite, il derby più sentito delle isole tra le due squadre più titolate: KÍ Klaksvík contro HB Tórshavn, 17 scudetti la prima, 22 la seconda. Nessuna copertura tv prevista: i match vanno tutte in streaming (gratis) sulle web tv locali. La sensazione è quella delle partitelle giocate al parco sotto casa, da bambini. Qui lo stadio è un po’ la piazza del paese.
Le due squadre scendono in campo per il riscaldamento sulle note eterne di Eye of the Tiger come fosse il set di Rocky. L’erba è sintetica, come si conviene a uno stadio inventato al 62° parallelo nord. Piove, ma poi c’è il sole. Alle Far Oer le previsioni del tempo non esistono nemmeno, dato che il tempo cambia cinque o sei volte al giorno. Sullo sfondo il solito rassicurante muro di montagne e qualche pecora. Bastano 90 minuti in uno stadio alle Far Oer per capire le seguenti cose: allo stadio si va solo con la famiglia, meglio se in tenuta da sci, a prescindere dalla stagione. Gli uomini guardano le partite, le signore gestiscono i thermos con tè e caffè o vendono biglietti della lotteria. Gli ultras, di solito dei bambini, picchiano solo sul tamburo. Non