Il ponte tra me e te
IL FATTO Una coppia di cinesi decide di dare un fratellino o una sorellina alla primogenita, malgrado le leggi impongano il divieto di avere due figli. Ma le regole sono ferree e quando la bambina nasce non si può fare altro che abbandonarla, sperando che il destino le sia amica. Con un biglietto: vediamoci fra 20 anni sul ponte rotto di Hangzhou. Ed è così che questa storia, vera, ha un epilogo. La bambina finisce negli Stati Uniti, adottata da una famiglia americana, ma 20 anni dopo si presenta all’appuntamento e riabbraccia i genitori naturali.
Quando una nuova vita riempì la sua pancia, Qjan pianse disperata. Di figli ne aveva già uno e le leggi del suo Paese non gliene permettevano altri. Gliel’avrebbero tirata a forza fuori dalle viscere la creatura, pensava sgomenta. Perciò con il marito se ne andò via, prima che qualcuno si accorgesse della gravidanza. Aveva una certa fiducia dentro il cuore la giovane madre, mentre si arrampicava tra i sassi. In un lontano Paese dell’occidente, molti secoli prima, una ragazzina di sedici anni, che portava in grembo il figlio di Dio, aveva vissuto un’esperienza analoga. Maria si chiamava e scappava da Erode, il crudele tiranno che passava i bambini a fil di spada. Jingzhi venne al mondo non in una grotta, ma in una palafitta; non c’erano il bue e l’asinello e nemmeno i Magi, solo l’amore caparbio dei suoi genitori. Mesi dopo la serenità di quella famiglia clandestina fu turbata dalle chiacchiere dei vicini.
Qjan non sapeva come salvare la piccola dalla violenza del regime. Decise infine di abbandonarla, pregando che il Dio, che già aveva protetto Maria, si prendesse cura anche di Jingzhi. E poi «Tutti i bambini son figli a Lui» considerò, adagiandola sulla sponda del fiume. Prima di andar via scrisse un biglietto: «Tra le gocce di perle della via Lattea vive Zi Nu, la grande tessitrice, che intreccia i fili e lega in modo indissolubile le creature che si amano. Cercami mia adorata, segui la grande via Lattea fino al ponte rotto. Zi Nu ti condurrà dalla tua mamma».
Infilò quella speranza di carta in una tasca del giacchino, quindi si chinò a baciarla, Jingzhi era un bocciolo di gelsomino in mezzo a tanti fiori di loto.