Pomezia, l’incomunicabilità al Governo
Franceschini impone un supervincolo archeologico su un’area dove Delrio sosteneva un progetto e 4 mila assunzioni.
Tutta colpa di Pier Paolo Pasolini. Sì, c’è persino una motivazione «cinematografica» tra quelle che hanno spinto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a firmare il decreto che trasforma duemila ettari di agro romano tra Pomezia e Ardea in un’area di massimo interesse pubblico. Nella «Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico» che ha avviato il procedimento di tutela delle tenute storiche di Torre Maggiore, si ricorda che è stata infatti girata una delle prime scene del film Uccellacci e uccellini diretto da Pasolini nel 1965 e con Totò protagonista. Un po’ poco per giustificare il supervincolo, visti i progetti che ha mandato in fumo, a cominciare dall’ampliamento dell’interporto di Santa Palomba, che avrebbe dato lavoro a 4 mila persone ed era sostenuto dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio (che risulta «sorpreso» e pare non sapesse nulla della faccenda).
Non solo. Oltre a mettere una pietra sopra al tratto di Tav che doveva essere realizzato a Pomezia, il provvedimento ha pure sbarrato la strada a tre impianti a biogas, due dei quali ad Ardea, che puntavano a smaltire 150 mila tonnellate l’anno di umido.
La proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico è stata firmata ad aprile da Alfonsina Russo, ex soprintendente per l’Archeologia, le belle arti e il paesaggio per l’aera metropolitana di Roma e subito dopo, casualmente, nominata direttrice del Parco archeologico del Colosseo. Mentre la versione integrale e definitiva del supervincolo, che in pratica ha stroncato sul nascere qualsiasi attività economica dell’area, è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 25 novembre.
Tuttavia, mentre gli investitori si organizzano per protestare (per ragioni opposte) contro Franceschini e Delrio, non escludono ricorsi al Tar nonché a Bruxelles. E qualcuno pensa già di chiedere il rimborso di tutte le imposte Ici e Imu pagate negli ultimi 25 anni ai comuni per valori di rendita riferiti a terreni industriali edificabili e ora non più utilizzabili: in tal caso per lo Stato sarebbero dolori (milionari). (Francesco Bisozzi)