Renzi, quando vai in pellegrinaggio?
Sui ritardi nei pagamenti l’ex premier aveva preso un impegno. Disatteso. E Bruxelles ha perso la pazienza.
Monte Senario dista da Firenze una ventina di chilometri. Tutti in salita, come la strada che porta all’azzeramento dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione: rispetto al 2014, quando l’allora premier Matteo Renzi annunciò che si sarebbe inerpicato in cima al monte toscano dove ha sede il convento dei Padri Serviti se entro il 21 settembre di quell’anno non avesse estinto i debiti dello Stato, nulla è cambiato. Tant’è che ora la Commissione Ue ha deciso di portare l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea per i «ritardi sistematici».
Per Bruxelles 30 giorni posson bastare: una normativa stabilisce che le amministrazioni pubbliche hanno un mese di tempo per pagare le merci e i servizi acquistati. Ma in Italia, bene che va, occorre il triplo del tempo. Il centro studi Impresa Lavoro ha calcolato che la nostra Pa impiega in media 95 giorni per pagare i fornitori, contro i 22 di Finlandia e Regno Unito (in testa alla classifica). Il Tesoro, al contrario, sostiene che i tempi medi di pagamento non superano i 58 giorni ed è pronto a ingaggiare una guerra dei numeri con l’Ue. Oggi sono oltre 875 mila le aziende fornitrici dello Stato. A ottobre Banca Ifis ha lanciato TiAnticipo, la prima piattaforma sviluppata da una banca dedicata all’anticipo dei crediti certificati per le imprese che lavorano con la Pa: tra le prime aziende che si sono rivolte alla piattaforma figurano il gruppo Igea (che eroga prestazioni sanitarie per conto della Regione Campania) e la marchigiana New Edil Costruzioni che conta 80 dipendenti.
Per Bankitalia lo stock di debiti della Pa ammontava alla fine del 2016 a 64 miliardi di euro. Il deferimento alla Corte di giustizia del Lussemburgo arriva dopo l’ennesimo avvertimento: a febbraio la Commissione europea aveva concesso a Roma altri due mesi per correre ai ripari (la procedura d’infrazione contro l’Italia per i ritardi nei pagamenti è in stand-by da due anni). Per il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani è quasi scacco matto: «Ora serve un cambio di rotta in tempi rapidi». (Francesco Bisozzi) Il tempo medio per liquidare le fatture, il risultato peggiore d’Europa se si esclude la Grecia.