Mettete fiori nelle vostre medicine
Prima la commercializzazione del propoli. Poi il boom. Ora Specchiasol ha un’idea su come anticipare ancora gli altri.
Gli interni del grande stabilimento di Bussolengo, in provincia di Verona, sembrano tirati a lucido: ma non è solo estetica. E il nome, Specchiasol, non c’entra con le superfici specchianti dei pavimenti e delle pareti, lucidissime. Tanta igiene deriva dal fatto che qui si producono principi attivi terapeutici con proprietà elevatissime. Non sono medicine: sono fitoderivati, ma la scelta che Giuseppe Maria Ricchiuto, l’imprenditore fondatore nato a Specchia, in provincia di Lecce (di qui il nome) ed emigrato a Verona, ha fatto nel 1975 è stata quella di trattare l’erboristeria come si tratta la farmaceutica.
Una scelta che ha pagato, visto che oggi Specchiasol è di gran lunga l’azienda leader del settore in Italia, dall’alto dei suoi circa 30 milioni di fatturato: «E vogliamo crescere, perché abbiamo deciso di irrobustire la no- stra presenza internazionale», spiega lui, tra un saluto e l’altro dei suoi dipendenti, che conosce spesso per nome, accolto con un sorriso da tutti, mentre mostra al visitatore i macchinari ultra-automatizzati che producono in ambiente sterile capsule, liquidi, compresse e succhi.
«Nel 1975 siamo nati come azienda e sempre quell’anno, fondando Herbora, qui a Verona, abbiamo fatto nascere anche la prima fiera italiana dell’erboristeria. Poi ho iniziato a studiare e commercializzare la propoli per primo, e da allora siamo sempre cresciuti», racconta l’imprenditore. E aggiunge: «Ora il mio massimo impegno è rivolto all’estero, dove vogliamo svilupparci molto di più. E sul fronte interno, alla platea dei medici, ai quali vogliamo rappresentare – con una squadra di informatori scientifici qualificati – quanto siano importanti i principi attivi fitoterapici».
Ricchiuto ha allestito un team di 30 informatori e un centro di ricerche diretto da farmacisti e chimici; ha voluto creare un’azienda estremamente strutturata per le dimensioni che ha, con un grande potenziale di internazionalizzazione, visto che l’export oggi c’è già, ma vale circa il 20 per cento dei ricavi: «Il nostro settore richiede un’attività commerciale molto competente, quindi le risorse umane sono cruciali», conclude sorridendo, «ed è la ragione per cui investiamo in formazione, in editoria scientifica, nella continua costruzione del sapere!».
Che a lui, imprenditore self-made, ha portato la grande soddisfazione di una laurea conseguita da adulto in farmacia e tecniche erboristiche a Camerino e una seconda laurea, ma honoris causa, assegnatagli dall’Università di Urbino. (Sergio Luciano)