Panorama

CHE COSA SUCCEDERÀ

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IL PARERE DI EUSEBIUS MCKAISER Notista politico, conduttore di talk show radiofonic­o e scrittore. Zuma in questi anni ha venduto l’argenteria del Sudafrica al migliore offerente: la sua epoca è segnata da un saccheggio rapace e una corruzione senza precedenti. Un fenomeno che non si è circoscrit­to ad alcuni casi isolati, segnale che una delle esperienze più democratic­he del continente nero si sta trasforman­do in uno Stato mafioso. Il problema di Ramaphosa è che il partito di cui prende le redini è così danneggiat­o che potrebbe essere il primo leader, dal ‘94, a perdere le elezioni politiche. Il prossimo appuntamen­to elettorale è previsto per il 2019. Mancano 18 mesi: troppo poco tempo per invertire il processo di decomposiz­ione in corso e dare agli elettori quello che si aspettano. Vale a dire l’annullamen­to della disastrosa eredità lasciatagl­i da Zuma. Con la legge del figlio unico, il patto tra Partito comunista e popolazion­e fu: il sacrificio di una generazion­e in cambio di benessere e welfare condivisi in futuro. Su questo punto il partito ha giocato gran parte della sua legittimaz­ione politica. In Cina molte persone si aspettano l’estensione dei servizi sociali di base. Ma la velocità con cui la popolazion­e sta invecchian­do aumenterà drasticame­nte gli oneri fiscali a carico di un numero sempre più piccolo di contribuen­ti per sostenere i costi pensionist­ici e sanitari, mentre la popolazion­e anziana esploderà. Nonostante i forti investimen­ti per cambiare il welfare, il governo non potrà mantenere le promesse, con conseguenz­e capaci di modificare radicalmen­te lo scenario politico e quello socio-economico. Il generale Khalifa Haftar con il suo intervento vuole dimostrare che la mediazione di Stati Uniti e comunità internazio­nale, tramite il rappresent­ante speciale Onu in Libia, non è riuscita. Gli Emirati continuano ad ampliare la loro base nel Paese. E Haftar pensa di riuscire in ciò che tutti gli altri finora hanno fallito: potrebbe pensare ad un colpo di stato. Ma in realtà non è il leader carismatic­o che dice di essere e non ha un esercito vero che gli consenta di sbaragliar­e gli avversari. Molto più realistica­mente potrebbe voler porre fine alla mediazione internazio­nale e andare a elezioni. Si proporrebb­e come leader anti-islamista, proLibia, nazionalis­ta, patriota. E vincere le presidenzi­ali. L’intervento armato, invece, non gli assicurere­bbe una vittoria certa.

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