Carabinieri, Nistri nel solco di Del Sette
Il 16 gennaio cambio della guardia al comando dei carabinieri. Nel segno della continuità con Del Sette.
Discreto e senza clamore. Nel solco della tradizione dell’Arma rimarrà deluso chi si attende un’appendice dei giochi d’artificio quando il calendario segnerà il 16 gennaio e si insedierà il nuovo comandante dei carabinieri: finita l’era di Tullio Del Sette comincerà quella del generale Giovanni Nistri, romano, 61 anni, sposato con due figli. Ai suoi ordini, 111 mila uomini distribuiti in tutta la penisola che presto diventeranno 114 mila. Un’istituzione radicata, r ma molto difficile da gestire. In questo, Nistri si troverà a dover completare l’opera di modernizzaz modernizzazione avviata negli ultimi tre anni da Del Sette per p permettere ai militari di essere presenti dalle grandi città ai piccoli Comuni attraverso il potenziament potenziamento dei quadri in un periodo di forte difficoltà econ economica. Al comando generale riecheggiano ancora i tre verbi coniugati da Del Se Sette per riuscire nell’impresa: rinnovare, s sfrondare dalle spese inutili, rilanciare. Nistri s si troverà un’Arma dei carabinieri a aggiornata, proiettata verso il futuro: un’inversione di tendenza è quella che riguarda le «stazioni» con la creazione di nuovi presidi di legalità senza dimenticare l’integrazione con le 7 mila guardie forestali e la conseguente nascita di una task force sui reati ambientali accanto agli uomini del Nucleo operativo ecologico. All’estero, poi, si è rafforzata la presenza sui teatri internazionali, grazie alle missioni che vedono impegnati i carabinieri come istruttori delle polizie di Paesi usciti da conflitti e in condizioni difficili. Di certo per Nistri rimane un punto cardinale e l’etica del carabiniere, specie dopo gli episodi degli i ultimi mesi che hanno visto militari coinvolti in n vicende di cronaca nera. Al nuovo comandante e generale rimane in eredità anche un volume sull’e- tica realizzato da Del Sette e il progetto di istituire e cattedre nelle scuole allievi dell’Arma. Abituati purtroppo alla imprevedibilità del l terrorismo islamista e dei suoi obiettivi, l’era Del l Sette consegna un nucleo di 400 carabinieri scelti, , preparati ed equipaggiati (sono suddivisi in 22 aliquote di primo intervento e 14 squadre operative di supporto) sparsi da nord a sud in grado di raggiungere in poco tempo anche le località più remote.
Il generale Nistri, soprattutto, si appresta a prendere la guida di una forza armata nella quale - assicurano dal comando generale - tutti i debiti pregressi per forniture o canoni arretrati sono stati azzerati. Dal prossimo anno e per quelli a seguire saranno a disposizione oltre 55 milioni di euro l’anno per il solo settore della Difesa. E serviranno a realizzare nuove centrali operative, sostituire l’intera flotta, acquistare nuovi armamenti in sostituzione di altri ormai obsoleti e nuovi equipaggiamenti.
Il generale Nistri, quindi, raccoglie l’eredità di un’Arma considerata all’estero il fiore all’occhiello delle istituzioni italiane. Oltrecortina gli americani, gli inglesi i francesi, parlano di «carabinieri like», quasi l’approccio dei militari alle missioni fosse uno stile unico nel suo genere. Una scelta di continuità, quindi, quella operata dal governo con la scelta di Nistri che avrà il compito di valorizzare ulteriormente ciò che è stato fatto dal predecessore.