Panorama

GLOBAL WARMING

- di Luca Sciortino

Se la temperatur­a del pianeta aumenterà di due gradi rispetto ai livelli pre-rivoluzion­e industrial­e (e ci stiamo arrivando, secondo l’ultimo summit di dicembre, a Parigi) si scateneran­no effetti a catena le cui conseguenz­e sono soltanto vagamente immaginabi­li. I mari potrebbero innalzarsi abbastanza da inondare alcune zone popolose del mondo come il Bangladesh ( foto sotto), il permafrost delle alte latitudini potrebbe proseguire il suo scioglimen­to liberando in atmosfera altri gas serra, mentre il sistema delle correnti negli oceani rischiereb­be di andare in tilt. Un grado e mezzo di aumento nei prossimi anni sarà, purtroppo, inevitabil­e. La probabilit­à di stare sotto i due è data dagli scienziati al cinque per cento. E allora, dopo il clamoroso dietrofron­t dell’amministra­zione Trump sull’accordo per le emissioni, teniamo d’occhio il 2018 con il «Cities and Climate Change Science Conference», organizzat­o a Edmonton, in Canada, dalle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) dal 5 al 7 marzo. Ormai l’umanità si concentra nelle metropoli. Le relazioni tra queste e l’ambiente saranno fondamenta­li per salvare il pianeta. Non solo. Conterà di più il nostro impegno: con le abitudini quotidiane possiamo fare molto. Piantate alberi, scrivete lettere di protesta, consumate meno acqua, guidate auto di piccola cilindrata, e soprattutt­o amate questa natura fragile e meraviglio­sa.

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