GLOBAL WARMING
Se la temperatura del pianeta aumenterà di due gradi rispetto ai livelli pre-rivoluzione industriale (e ci stiamo arrivando, secondo l’ultimo summit di dicembre, a Parigi) si scateneranno effetti a catena le cui conseguenze sono soltanto vagamente immaginabili. I mari potrebbero innalzarsi abbastanza da inondare alcune zone popolose del mondo come il Bangladesh ( foto sotto), il permafrost delle alte latitudini potrebbe proseguire il suo scioglimento liberando in atmosfera altri gas serra, mentre il sistema delle correnti negli oceani rischierebbe di andare in tilt. Un grado e mezzo di aumento nei prossimi anni sarà, purtroppo, inevitabile. La probabilità di stare sotto i due è data dagli scienziati al cinque per cento. E allora, dopo il clamoroso dietrofront dell’amministrazione Trump sull’accordo per le emissioni, teniamo d’occhio il 2018 con il «Cities and Climate Change Science Conference», organizzato a Edmonton, in Canada, dalle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) dal 5 al 7 marzo. Ormai l’umanità si concentra nelle metropoli. Le relazioni tra queste e l’ambiente saranno fondamentali per salvare il pianeta. Non solo. Conterà di più il nostro impegno: con le abitudini quotidiane possiamo fare molto. Piantate alberi, scrivete lettere di protesta, consumate meno acqua, guidate auto di piccola cilindrata, e soprattutto amate questa natura fragile e meravigliosa.