Panorama

Ferrero fa il pieno di cioccolata

A tre anni dalla morte del padre-fondatore, il figlio Giovanni mette a segno la settima acquisizio­ne negli Usa.

- (Guido Fontanelli)

Il cacciatore di luce si sta rivelando anche un sorprenden­te cacciatore di affari. Con l’acquisto del cioccolato Nestlè negli Usa (un’operazione che vale 2,8 miliardi di dollari), Giovanni Ferrero porta a casa della Nutella la settima acquisizio­ne internazio­nale nel giro di appena tre anni: la turca Oltan, l’inglese Thorntons, le belghe Eurobase e Delacre, le statuniten­si Fannie May, Ferrara Candy e ora le barrette Crunch e Butterfing­er di Nestlè. Una strategia completame­nte nuova, che rappresent­a una svolta a 180 gradi rispetto al passo tenuto dal mitico Michele Ferrero, padre di Giovanni e creatore di un colosso da 10 miliardi di fatturato, terzo gruppo dolciario del pianeta, sviluppato­si di forza propria senza fare acquisizio­ni. Con la scomparsa di Michele nel 2015, la Ferrero non ha perso la voglia di crescere. Un impegno che Giovanni, 53 anni, sposato con due figli, ha interpreta­to facendo entrare la Ferrero nel grande gioco del mergers & acquisitio­ns globale.

E dire che forse Giovanni, presidente esecutivo del gruppo, non immaginava di trovarsi un giorno da solo al comando della corazzata di Alba: dal 1997 era sì amministra­tore delegato della holding congiuntam­ente al fratello maggiore Pietro (morto improvvisa­mente nel 2011), ma poteva dedicarsi con una certa tranquilli­tà alla sua attività di scrittore. Ha firmato sei romanzi e l’ultimo, Il cacciatore di luce, è uscito tre anni fa. È un libro ambientato in Sudafrica dove la storia di amore si intreccia con il thriller, rivelando la natura passionale di un autore schivo. Poco interessat­o ai classici status symbol come le auto o le barche, tifoso della Juventus e stregato dall’Africa, Giovanni sostiene che «tradizione e innovazion­e sono due elementi indissolub­ili del dna Ferrero. Se dovessi trovare una metafora direi che la tradizione è come un arco. Più riusciamo a tendere indietro la corda, più riusciamo a scagliare in avanti la freccia della modernità, della visione, dell’innovazion­e». In un’intervista si è definito «un operatore sociale nel campo economico». «Vorrei riuscire» ha detto «a diventare l’interprete di un capitalism­o non rapace ma illuminato».

Ma questo approccio «morbido» non gli ha impedito di aggredire il mercato internazio­nale con una serie di operazioni importanti, per portare il gruppo alle dimensioni necessarie per competere in un settore sempre più concentrat­o intorno a pochi nomi. Il suo obiettivo è raddoppiar­e il fatturato nel giro di dieci anni. Ce la farà? Intanto diventa il terzo produttore di dolciumi sul mercato americano dopo Mars e Hershey. Poi vedremo dove arriverà la freccia Ferrero.

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Giovanni Ferrero, 53 anni, presidente esecutivo del gruppo a controllo famigliare, «seduto» sulle barrette che si è comprato da Nestlè.

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