GIOVANI, LA GARANZIA DEL LAVORO
GARANZIA GIOVANI IN REGIONE LOMBARDIA: SCELTE PROGRAMMATICHE E UN SISTEMA DI POLITICHE ATTIVE MATURO HANNO COMPORTATO RISULTATI POSITIVI.
Un modello di buona amministrazione delle risorse finanziarie pubbliche: è stato (ed è) il modo in cui Regione Lombardia ha gestito il Programma Garanzia Giovani, avviato l’1 maggio 2014, con un orizzonte biennale e uno stanziamento di circa 1,5 miliardi di euro, su impulso della Commissione Europea. L’obiettivo era quello di contrastare il fenomeno dei cosiddetti Neet (Not – engaged - in Education, Employment or Training) - cioè i giovani dai 15 ai 29 anni che non seguono più alcun percorso di formazione né hanno un’occupazione - garantendo loro un’offerta qualitativamente valida di lavoro, o il proseguimento degli studi, o un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita del sistema di istruzione formale. Ebbene, la realizzazione del primo programma nazionale di politica attiva del lavoro basata su standard e costi uniformi su tutto il territorio, è stata affidata alle Regioni. Ciascuna Regione è stata destinataria di un certo ammontare economico che ha potuto distribuire tra le nove misure concordate a livello nazionale: accoglienza, presa in carico e orientamento, accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocinio extra-curriculare, servizio civile, sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità, incentivo per l’occupazione. Regione Lombardia è stata destinataria di un importo cospicuo, 178 milioni di euro, che ha gestito in maniera estremamente concreta e finalizzata all’occupazione. Quindi, oltre 140 milioni (il 79% del totale) sono stati vincolati al risultato, per garantire al giovane un inserimento lavorativo o un tirocinio. Di questi, 100 milioni sono stati assegnati al bonus occupazionale per le aziende che hanno deciso di assumere i giovani aderenti al programma e alla misura di accompagnamento al lavoro che è il bonus che viene assegnato all’operatore (scuola, università, accreditato per i servizi al lavoro) nel caso in cui collocava il giovane con un contratto di lavoro pari almeno a sei mesi. A questi 100 milioni si aggiungevano i 20 milioni di rimborso alle aziende che hanno attivato tirocini extra-curriculari e i 18 milioni in servizi agli operatori per le attività di matching e avviamento al tirocinio; e ancora 1,2 milioni per gli incentivi alle assunzioni in apprendistato formativo per il diploma superiore o i titoli universitari, 7 milioni per il sostegno all’auto-impiego con percorsi di accompagnamento all’attività di impresa e prestiti a condizioni agevolate, 11,9 milioni per l’acquisizione di un titolo di studio da parte dei drop-out e per la formazione professionale mirata all’assunzione, 7,5 milioni per il servizio civile e 4,2 milioni per misure di orientamento specialistico alle opportunità del mercato e alla ricerca del lavoro. Infine 5 milioni sono stati destinati al progetto Fixo YEI per azioni di contrasto alla dispersione scolastica. Ma c’è di più. Regione Lombardia ha potuto avviare tempestivamente tutte le misure del Programma senza dover attendere i tempi amministrativi di approvazione di avvisi distinti per singola misura perché Garanzia Giovani è stata resa
Una veduta di Palazzo Lombardia, nuova sede della Regione, con in primo piano un’affissione sul tema cruciale dell’occupazione giovanie
immediatamente operativa adattando il nuovo target e i servizi specifici del Programma a qualcosa che già c’era: l’impianto pre-esistente della Dul (Dote unica lavoro) che condivideva con il Programma europeo alcuni principi-cardine: continuità nel tempo e certezza delle risorse per un periodo pluriennale; centralità della persona; aiuto proporzionato in base al bisogno calcolato come distanza dal mercato del lavoro; orientamento al risultato; promozione di dinamiche competitive per il miglioramento della qualità dei servizi. L’approccio della Dul – fornire un paniere di servizi integrati tra cui gli operatori possono scegliere servizi formativi e servizi di inserimento lavorativo a seconda dei fabbisogni della persona - è stato mutuato all’interno della Garanzia Giovani consentendo di poter accedere a diverse misure in un percorso di progressivo avvicinamento al mercato del lavoro fino all’assunzione. In terzo luogo, Regione Lombardia ha operato una scelta preventiva nei confronti del fenomeno dell’inattività dei giovani, intercettandoli già all’uscita dei percorsi formativi. Infatti, Regione Lombardia ha deciso di differenziare due target tramite due avvisi pubblici: uno per i giovani che hanno terminato da meno di quattro mesi il percorso scolastico (cd. Avviso di flusso) e uno per chi è già in una situazione di inattività (cd. Avviso di stock). Attraverso l’Avviso di flusso è stato previsto il coinvolgimento nell’attivazione dei ragazzi di vari soggetti del sistema formativo: le Istituzioni Scolastiche e Formative, le Università, i Poli tecnico professionali, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), i soggetti che erogano percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS). L’Avviso di stock, invece, ha previsto il coinvolgimento di soggetti accreditati ai servizi per il lavoro. Anche questa scelta è stata il frutto del modello organizzativo del mercato del lavoro lombardo basato sulla libertà di scelta delle persone nel rivolgersi a una rete di operatori abilitati ad erogare i servizi per il lavoro attraverso l’accreditamento. È così che, con il coinvolgimento degli operatori, delle imprese e delle parti sociali il programma ha permesso, dal suo avvio fino al 28 aprile 2017 - data in cui è stato ufficialmente chiuso - di avviare al lavoro 90 dei 100 mila giovani Neet presi in carico. Tra i 90 mila giovani inseriti nel mercato del lavoro, meno della metà ha svolto un’esperienza di tirocinio che nel 44% dei casi si è trasformato entro tre mesi in un vero e proprio contratto di lavoro. A fronte di 40 mila giovani che hanno svolto un tirocinio, 50 mila hanno avuto un contratto di assunzione. La distribuzione delle assunzioni tra le tipologie contrattuali rispecchia l’andamento del mercato del lavoro nazionale: la maggior parte delle assunzioni, 25.182, è stata a tempo determinato di cui circa la metà (10.242) di durata superiore a 6 mesi. Seguono le assunzioni in apprendistato con 12.912 contratti attivati. Le assunzioni a tempo indeterminato hanno riguardato 12.004 persone. Queste cifre testimoniano la capacità di un sistema di investire efficacemente le risorse comunitarie. L’Unione Europea ha deciso di rifinanziare l’iniziativa. Con le risorse che saranno trasferite alla Regione dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), anche la cosiddetta Fase 2 comporterà una nuova attività programmatica con la necessità di fare scelte capaci di replicare i buoni risultati della prima fase.