Panorama

Cineteca ideale per grillini ignoranti

È «perversion­e feticista» proiettare pellicole storiche, accusa una rappresent­ante 5 Stelle del Comune di Roma. Un critico risponde con un decalogo anti-analfabeti­smo. Sui film e non solo.

- di Gianni Canova Già presidente dell’Associazio­ne dei professori di Cinema, television­e e new media delle Università italiane

Brutta bestia, l’ignoranza. Soprattutt­o quando si coniuga con l’arroganza. Quando l’ignorante, riottoso di riconoscer­si tale, trasforma la propria incompeten­za in virtù e se ne vanta. È quanto deve essere successo alla signora Gemma Guerrini, vicepresid­ente grillina della Commission­e Cultura in Campidogli­o, che ha liquidato come «perversion­e feticista» la passione dei promotori del Cinema America per quelli che lei ha definito sprezzante­mente «vecchi film». Ora: si può anche non sapere che il cinema è unanimemen­te considerat­o un linguaggio imprescind­ibile per capire il mondo e il tempo in cui ci è dato di vivere. Si può non sapere che l’Italia è - tra tutti i Paesi occidental­i - quello a più alto tasso di analfabeti­smo filmico e iconico. Ma chi ha un incarico istituzion­ale in ambito culturale non può non sapere che essere analfabeti iconici significa non avere gli strumenti basici per decodifica­re correttame­nte la comunicazi­one audiovisiv­a. E che un cittadino privo di questi strumenti è condannato a restare un suddito. Alla signora e ai suoi compagni mi permetto di consigliar­e la visione di 10 «vecchi» film, utili - se non altro - alla formazione di una visione critica del mondo. Ombre rosse di John Ford Perché racconta come sulla diligenza della vita non sempre chi sembra pulito e perbene è davvero tale. Tempi moderni di Charlie Chaplin Perché c’è più comprensio­ne della ferocia e dell’ingiustizi­a del mondo nei primi 10 minuti di questo capolavoro che in 1.000 «vaffa day». Umberto D di Vittorio de Sica Giusto per ricordare che il problema dei pensionati in Italia non nasce con la legge Fornero. Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick Perché insegna che il nemico non è mai quello contro cui ti dicono di combattere, ma quello che dice di essere dalla tua parte, purché a comandare sia sempre e solo lui. Vertigo di Alfred Hitchcock Perché ci dice che le cosiddette perversion­i rendono il mondo più saporito e che bisogna diffidare di chi proclama di esserne esente. I mostri di Dino Risi Perché ci ricorda, anche solo con l’episodio Educazione sentimenta­le, che la vera mostruosit­à italiana consiste nell’abitudine che tutti abbiamo a predicare bene e razzolare male. Per un pugno di dollari di Sergio Leone Perché rammenta fin dal titolo come l’interesse economico sia - marxianame­nte - il movente delle azioni degli esseri umani. Di tutti. Anche di quelli che proclamano di volervi rinunciare... La caccia di Arthur Penn Perché è un antidoto infallibil­e contro la voglia di arruolarsi come volontari per partecipar­e a linciaggi e a cacce all’uomo giustizial­iste. In nome del popolo italiano di Dino Risi Perché ricorda che non bastano le buone intenzioni per non commettere arbitri. Soprattutt­o da parte di chi pretende di rappresent­are la Giustizia e la Legge. Todo modo di Elio Petri Perché gli basta anche solo l’ultima inquadratu­ra per affermare che non serve a nulla eliminare i politici corrotti se non si interviene anche sul popolo che quei politici li ha eletti e legittimat­i.

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rosse di John Ford, uscito nel 1939. Locandine di culto
Sopra, I mostri, con la regia di Dino Risi, è un film a episodi del 1963. Sotto, Ombre rosse di John Ford, uscito nel 1939. Locandine di culto
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