Panorama

Com’è possibile che non vi bastino quei soldi?

Giorgio Airaudo, ex sindacalis­ta che si autotassa, fa i conti in tasca ai deputati del M5s. E dice: «La nostra retribuzio­ne è più che buona, ma troppi di loro non avevano un reddito e sono rimasti sedotti dalla politica di profession­e».

- di Luca Telese

Verso al mio partito 3.500 euro al mese: dopo aver letto i rendiconti dei deputati del M5s non capisco chi non riesce a vivere versando solo 1.600 euro». Giorgio Airaudo, ex responsabi­le Fiat della Fiom, una vita passata nelle fabbriche, è deputato da una legislatur­a, eletto in Sinistra e libertà e oggi capolista in Piemonte per Leu. Scuote la testa: «La verità, dopo questa vicenda, è una grande lezione sull’antipoliti­ca e sui suoi limiti». Facendo i conti della sua busta paga, e paragonand­oli a quelli dei grillini, Airaudo sorride: «Pochi lo ammettono volentieri, tra noi deputati, ma per chi viene dal mondo reale, quello da parlamenta­re è ancora una signor stipendio. Nel sindacato, prima di essere eletto, avevo un salario da metalmecca­nico del Nord: poco meno di 2.000 euro al mese. Da quando sono in Parlamento verso a Sinistra Italiana 3.500 euro al mese: una parte finanzia l’attività politica, l’altra va a Forza, un fondo mutualisti­co che sostiene progetti cooperativ­i per i giovani. Ma vivo comunque in uno stato di benessere».

Perché? «Di fatto abbiamo tre voci di reddito fisse: l’indennità di 5.000 euro, la diaria legata alle presenze (di 3.500 euro), i 3.600 euro mensili per spese di mandato: il 50 per cento forfettari­e e il 50 da documentar­e» aggiunge Airaudo. «Poi ci sono vari rimborsi minori e alcuni benefit im- portanti. Puoi viaggiare in tutta italia - un diritto sacrosanto per chi fa bene questo mestiere - senza spendere».

Leggendo le note di rimborso dei deputati M5s cosa salta all’occhio? «Mi stupiscono alcuni giustifica­tivi, anche di chi è congruo. 40.000 euro di pasti? Oppure: come puoi spendere 2.500 euro di alloggio dopo le campagne anticasta? Io pago 1.100 euro casa e bollette. Sarò fortunato, avrò trovato una occasione. Non sono attaccato a Montecitor­io, vado in Parlamento o in tram o con un motorino usato. Ma dove sta scritto che devi abitare a piazza del Parlamento?».

Il discorso è di metodo: «Esatto. Al di là di chi ha taroccato i bonifici, è troppo. Posso dire questo: a me, tolto il contributo restano in tasca 3.500-4.000 euro al mese. Che poi è lo stipendio medio di un dirigente, un medico, un buon profession­ista, un caporedatt­ore. Sei deputato di prima nomina, trentenne, 6.000 euro al mese non bastano?». Che spiegazion­e da? «Faccio due riflession­i sui grillini». La prima? «Non avevano una cultura politica di origine, gruppi dirigenti, e - spesso - un reddito». E quindi? «Sono lo specchio del Paese, dove, in percentual­e, ci sono anche dei furbetti. Ma mancavano anticorpi per vigilare». E poi? «Alcuni di loro sono rimasti sedotti dalla politica di profession­e. Parti dalla fine. Bruci le tappe, e con un mandato in scadenza, senza un lavoro a cui tornare, cedi alla tentazione di prendere tutto e subito». Terzo? «Sono entrato in Parlamento con un brutta legge, non credevo di uscirne con una peggiore. Molto di loro sanno che, anche se lavorano bene, non saranno riconferma­ti».

Ma non funziona il sistema o non funzionano gli eletti? «La riforma vera sarebbe trasformar­e alcuni riconoscim­enti economici in servizi». Ad esempio? «La diaria: i tedeschi hanno i residence. Camera, angolo cottura, di più non ti serve. Vuoi una casa di lusso? Paghi!». Oppure? «1.300 euro di spese telefonich­e all’anno: è troppo. Con telefonino di servizio, portatile in comodato, e tariffa flat sicurament­e si risparmia. Lo fanno tutte le aziende!».

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Giorgio Airaudo, ex sindacalis­ta Fiom alla Fiat, deputato di Sinistra e libertà, si ricandida con Leu.

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