CHE COSA HANNO SCRITTO

Addis Fortune, settimanale etiope filogovernativo, riporta le parole del primo ministro Hailemariam che chiede «tolleranza e unità». Hailemariam ha affermato di aver lasciato la carica in un momento di tumulto politico perché «gli individui sono presi di mira per le loro identità etniche». Ethiopian Reporter, quotidiano di Addis Abeba, ritiene che «le proteste hanno raggiunto un punto di non ritorno. E i problemi che hanno portato alla rivolta sono le reti clientelari, la sfiducia, il crescente clima di sospetto e l’uso del potere politico per il tornaconto personale».

Da Mosca, l’agenzia di informazione russa Ria Novosti ricorda il niet di un anno fa del ministro degli Esteri svedese Margot Wallstrom («Non aderiremo a blocchi militari»), ma il quotidiano di Stoccolma Aftonbladet rilancia: «Occorre considerare con grande realismo la minaccia russa. Il nodo dell’appartenenza della Svezia alla Nato è in cima all’agenda politica». Sul Financial Times, Martin Kragh, capo Programma Russia dell’Istituto Svedese di affari Internazionali, rileva: «L’ingresso nella Nato, una volta inimmaginabile, ora non lo è più».

«Il detenuto Manuel Mago, dopo l’ennesimo topo mangiato per la fame, si è intossicato » scrive il giornale spagnolo Abc. «Ora è ricoverato all’ospedale Ruíz y Páez di Ciudad Bolívar, dove la sua salute peggiora di giorno in giorno». Non ce l’ha fatta, invece, come riporta El Nuevo Herald di Miami «Jesús García, anziano che dopo due giorni in fila davanti al Banco Bicentenario di Santa Barbara per ritirare la sua pensione da 347 mila bolivares (poco più di un euro, nda) è stato stroncato da un infarto». El Pais titola invece senza mezzi termini «Venezuela alla fame». IL PARERE DI CHRISTIAN BLASBERG doc. Storia contemporanea all’Università di Heidelberg e alla Luiss di Roma. IL PARERE DI MARIANELLA HERRERA medico, presidente Iaand (Affiliati internazionali dell’Accademia nutrizione e dietetica).