CHE COSA HANNO SCRITTO
All’indomani dell’accordo, i quotidiani britannici oscillavano fra trionfalismo e disappunto, passando per entusiasmo moderato. Metro parlava di «breccia decisiva «nello stallo che ha bloccato le trattative per mesi». Grande entusiasmo trasmetteva l’Independent nel raccontare di una Gran Bretagna che «ha fatto un grande passo verso l’accordo su Brexit». Molto meno positivi The Guardian e The Daily Telegraph, che raccontavano la rabbia dei Brexiteers per le troppe concessioni all’Ue e la furia del primo ministro scozzese per la «svendita» delle acque interne.
Parla di «una nuova era» che si può aprire Tuko, la principale agenzia di stampa kenyana. Ma vede pure insidie: «Il patto a due suscita perplessità nelle fila dell’opposizione, c’è chi parla di cedimento o di resa». Dall’altra parte, «il vice-presidente William Ruto teme di essere messo in ombra da Odinga e tenta di dissuadere Kenyatta». Il New York Times sottolinea come l’accordo tra i leader sia stato sancito nel giorno dell’arrivo in Kenya del Segretario di Stato Usa (ormai ex) Rex Tillerson: «Chiaro segnale del rinnovato impegno, e dell’attenzione, di Washington per l’Africa».
«Il voto PR dell’11 marzo» scrive il Diario de Cuba, « dimostra tutto il coraggio con cui quasi il 40 per cento dei cubani ha rifiutato l’imposizione della dittatura, non presentandosi ai seggi o annullando il voto». Iniziativa «lucida, quella di CubaDecide» scrive El País, «che rappresenta l’inizio per il futuro democratico di Cuba e dovrebbe essere imitata pure dai venezuelani alle presidenziali del 20 maggio, del tutto simili al voto farsa castrista». L’astensione senza precedenti «mostra come i cubani siano stanchi della dittatura» scrive El Nuevo Herald.