«Per salvare Moro il Papa convinca Andreotti »
In due messaggi mai pubblicati, e che Panorama anticipa qui, la famiglia dello statista in mano alle Br chiedeva a Paolo VI di fare pressioni sul premier di allora.
Il caso Moro visto dal Vaticano. Se ne parla, per la prima volta, con la pubblicazione di documenti inediti usciti dagli archivi della Santa Sede nel libro Non doveva morire. Come Paolo VI cercò di salvare Moro (Edizioni San Paolo), ora in libreria. L’autore del volume, Riccardo Ferrigato, rivela tra l’altro il giallo che si consumò Oltretevere intorno alla famosa lettera di Paolo VI «agli uomini delle Brigate Rosse», dove in una prima stesura il pontefice chiedeva il rilascio di Moro «senza condizioni imbarazzanti». Nella versione finale, invece, Papa Montini parla, di «rilascio senza condizioni».
Non solo. Ferrigato porta alla luce anche le pressioni su Paolo VI da parte della
famiglia Moro, che non si fidava più dei politici. Sono testimoniate da due messaggi riservati del 31 marzo e del 5 aprile 1978 - Panorama li anticipa nell’altra pagina - fatti arrivare al Pontefice tramite il vescovo Antonio M. Travia. Vi si «ringrazia» il Papa e gli si chiede interventi più «concreti», mettendolo in guardia dalla indisponibilità di Giulio Andreotti e del governo a non avviare trattative con le Br. Non sarà stato un caso che il 21 aprile Montini si rivolge pubblicamente «agli uomini delle Br», mentre in segreto ha già fatto preparare 15 miliardi di lire - confezionati con fascette di una banca israeliana - per pagare il riscatto del presidente della Dc,
come rivelerà alla Commissione parlamentare Moro don Fabio Fabbri, segretario di don Cesare Curioni, l’ispettore dei cappellani militari incaricato dal Papa di trovare un canale con i terroristi. Nella prefazione del libro di Ferrigato, monsignor Leonardo Sapienza, Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, accenna poi a un eventuale, straordinario sacrificio: la disponibilità di Paolo VI a offrirsi come ostaggio alle Br in cambio di Moro. D’altra parte, nell’ottobre 1977, papa Montini aveva offerto analoga disponibilità per favorire la liberazione di ostaggi, dopo una spettacolare azione della banda terroristica tedesca Baader-Meinhof.