Vernissage
Tra Milano e Roma, tra edifici storici e avveniristici, l’arte trova nuovi spazi. Prestigiosi.
Quando una ventina d’anni fa Luca Ronconi portò in teatro Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, adottò una scenografia alla Mario Sironi. E simile a una fantasticheria diventata realtà, ora lo spoglio paesaggio urbano del grande pittore entra in un palazzo di via Merulana, a Roma, parte della prestigiosa collezione di Claudio Cerasi e di sua moglie Elena. Iniziata alla fine degli Anni ’60 con l’acquisto di un Donghi e un Campigli, oggi la raccolta, cresciuta sulle note di un gusto che alle sperimentazioni ha anteposto la qualità della tradizione moderna, conta il meglio dell’arte italiana della prima metà del XX secolo. Ecco il meraviglioso Capogrossi ancora figurativo, stupendi Casorati, intimissimi Ziveri, Mafai, Pirandello, un araldico Severini e poi i Bagni misteriosi di De Chirico; e ancora sculture, da Martini alla Raphael e Fontana, fino a opere di Schifano e Penone.
È la prova di come un mondo di passioni e imprese private possa svolgere funzioni pubbliche? Si risponde affermativamente anche a Milano, dove si completa con l’inaugurazione della Torre il complesso della Fondazione Prada. Fascino, riadattabilità o reinvenzione dell’archeologia industriale: alta 60 metri, con nove piani in cemento bianco, tutta spigoli e vetrate, accoglierà opere e grandi installazioni di artisti contemporanei.
Sempre a Milano, a Brera, dopo 40 anni di progetti, tre di lavoro e 23 milioni investiti, apre Palazzo Citterio, destinato a far coppia, con la Pinacoteca, nella «Grande Brera». L’edificio era un illustre residenza e così oggi alterna stucchi originari e tubi alla Beaubourg. Ospiterà opere del XX secolo. Per ora, nel bel giardino, c’è il Muro longobardo di Mimmo Paladino. (Marco Di Capua)