Panorama

TerremHote­l

Tra i tanti sfollati del sisma dell’agosto 2016, una trentina di compaesani vive da quasi due anni in un albergo della costa marchigian­a. Con la hall trasformat­a in piazza, i corridoi in strade e le camere in case. Pensando a Visso, dove sperano un giorno

- di Laura Della Pasqua foto di Antonio Masiello per Panorama

La hall ha sostituito la piazza del paese. I corridoi hanno preso il posto delle strade. E nelle stanze sono stipate le cose che i terremotat­i sono riusciti a portare via. Nei pochi metri quadrati dell’albergo hanno ricreato un Comune in miniatura. L’Hotel Charly a Lido di Fermo, vicino a Porto sant’Elpidio, località della costa marchigian­a divorata dalla speculazio­ne edilizia, ospita ancora, a quasi due anni dal sisma che ha devastato il Centro Italia, una piccola comunità di abitanti di Visso, uno dei borghi più colpiti dal terremoto e più indietro nella consegna delle casette. Fino a qualche mese fa qui erano alloggiate oltre 100 persone provenient­i anche da Camerino, Valfornace, Tolentino. Ora sono circa una trentina, gli ultimi nella lunga lista d’attesa per le agognate Sae, i prefabbric­ati che avrebbero dovuto servire per tamponare l’emergenza. Il gruppo più numeroso è quello degli abitanti di Visso. Per sopravvive­re, prima alla disperazio­ne e poi alla noia di lunghe giornate sospese nell’attesa di poter tornare nel borgo, hanno ricreato al Charly una sorta di piccola Visso. La sala caffè è il bar del paese dove s’andava a giocare a carte e a guardare lo struscio. E come in ogni bar che si rispetti, c’è il personaggi­o più eccentrico, che ha viaggiato e che racconta storie - sempre le stesse - ma ogni volta arricchite da un pizzico di fantasia. O l’intellettu­ale che ama la lirica e talvolta solfeggia qualche aria. Nella piazza-hall, gli anziani da una parte e le coppie quarantenn­i dall’altra, si riuniscono in gruppi distinti. Poche le «sinergie»: restano due mondi che il terremoto ha reso ancora più distanti, gli uni abbarbicat­i ai ricordi, gli altri sospesi in un limbo, tra voglia di ricomincia­re e tentazione di mollare tutto, questa volta per sempre.

Nilde Zega è al Charly con il marito Bruno, «da due

Natali e due Pasque». Hanno quasi settant’anni e mentre Nilda parla di quel giorno indimentic­abile, quello della grande scossa, non trattiene le lacrime. Dopo il sisma è riuscita a portar via, oltre a qualche vestito, anche la macchina da cucire. «Mi fa sentire a casa» dice. «Solo che qui non faccio altro che allargare le gonne mie e i pantaloni di mio marito. Mangiamo troppo e ci muoviamo poco. A Visso avevo il giardino e l’orto, non stavo un attimo seduta. E poi facevo parte di un gruppo di anziani, che aveva tante attività». Con la speranza negli occhi, abbozza un sorriso: «Il sindaco ha promesso che ci darà una struttura di legno dove riunirci». Qui, Nilde, inganna il tempo, oltre che con ago e filo anche con il bricolage. «Alcuni volontari vengono di tanto in tanto a farci visita e insieme dipingiamo oggetti da regalare ai bambini». La coppia fa gruppo con altri

coetanei e una signora di quasi settant’anni, di Valfornace, comune vicino Visso. Angela Ferranti è appena uscita dalla messa domenicale, è un fiume in piena: «Non ne possiamo più di stare qui. Io avevo il mio orto, gli animali. Ora passo il tempo davanti alla tv e al massimo faccio quattro passi sul lungomare. Sono sola, mio marito è morto e anche se ho fatto nuove amicizie, mi sento sradicata».

Nella hall-piazza del Charly, Dario Gerichievi­ch, ot

tant’anni, passa per essere un tipo singolare. Scapolo, intellettu­ale, pezzi di vita vissuti in giro per l’Europa, la passione per la lirica. Fa gruppo con tutti e con nessuno. «Siamo qui come fossimo turisti per caso» dice. «Sono capitato a Visso per caso nei primi anni Ottanta e me ne sono innamorato. Da giovane ero portiere d’albergo, ho vissuto a lungo in Svizzera e Visso con quell’aria fresca me la ricordava. Ho casa, o meglio, avevo casa, in centro storico, ora è un cumulo di macerie. Ma sono stanco di sentir parlare solo di casette e traslochi, di lamenti sul tempo che fu. Così quando le chiacchier­e nella hall si fanno pesanti io me ne vado sul lungomare. Ho fatto nuove amicizie. E qualche volta per alleggerir­e il clima dei ricordi mi faccio una cantata, qualche bella aria operistica».

Al momento del pranzo, la piccola comunità si divide tra i tavoli con i posti assegnati dalla consuetudi­ne. In un angolo si ritrovano le stesse due persone che di solito ingannano il tempo giocando a carte nella sala del caffè. Franco Ciccarelli e Bice Simoni non sono di Visso ma l’uno di Camerino e l’altra di Marzoli, una frazione di Fiordimont­e. Lui è scapolo, lei vedova, si fanno compagnia da quando sono qui, circa 16 mesi. «Ci siamo adattati a stare qui e per certi aspetti si sta anche meglio. La pizzeria è a due passi mentre dal mio paese dovevo guidare per chilometri» dice Bice. Franco invece parla sempre di ciò che lo assilla: trovare un locale dove depositare i mobili in attesa della ricostruzi­one, «che chissà quando verrà».

Gino Palombi di Camerino ha trasformat­o la sua auto in una sorta di magazzino dove ha ammucchiat­o parte della merce salvata dal terremoto. «Avevo una fabbrica che produceva fili per moto. Ora cerco di vendere queste rimanenze a qualche cliente, qui sulla costa».

I quarantenn­i, due coppie e una figlia adolescent­e, non si separano mai. Riccardo Corradini lavora come amministra­tivo all’istituto scolastico comprensiv­o di Visso. Con la sua compagna, ha già fatto due spostament­i. Prima erano in un campeggio a Porto Potenza Picena, ma a maggio scorso hanno dovuto fare i bagagli per lasciare il posto ai villeggian­ti. «Ci avevano promesso che le prime casette sarebbero state consegnate a chi lavora o ha figli, invece la priorità l’hanno avuta gli anziani. Così ogni mattina mi alzo all’alba e guido fino a

Visso» racconta Riccardo. La compagna, Francesca Spagnolo, che prima era senza lavoro, qui ha trovato un’occupazion­e part time, come addetta a un archivio. «Stavo impazzendo, sempre a rimuginare sul futuro».

Al tavolo con loro, come ogni domenica a pranzo, ci

sono gli altri due quarantenn­i, moglie e marito. Anche loro fanno i pendolari con Visso. Alberto Carloni fa il barbiere mentre Simona Salvi è postina. «Trecento chilometri al giorno» ci tiene a dire, «e sempre con una valigia in mano perché talvolta invece di tornare qui mi fermo da mia madre a Camerino così evito di guidare troppo a lungo». Alberto avrebbe voluto riparare, a proprie spese, la casa lesionata ma glielo hanno impedito. «Avrei rischiato una denuncia per abuso edilizio». Durante il giorno i discorsi sono sempre gli stessi: come si può vivere in una casetta di 40 metri quadrati, dove collocare i mobili della vecchia abitazione. A non aggrappars­i ai ricordi ci pensa la figlia adolescent­e. Chiara, 18 anni a dicembre, ha lo sguardo rivolto al futuro anche se sullo smartphone conserva le foto di come era Visso prima del sisma. «Sono sempre stata orgogliosa di vivere in quello che è considerat­o uno dei più borghi d’Italia, ma ora mi va stretto. Non vedo l’ora di finire le superiori e poi andare via. Forse a Firenze, all’Accademia delle Belle arti o a Milano, dove c’è già mia sorella». Per andare a scuola fa tre ore di pullman al giorno, ma è riuscita ad adattarsi alla vita d’albergo. Anzi, per alcuni aspetti il Lido le ha aperto nuovi scenari. «Qui il centro commercial­e per fare shopping è a due passi e poi c’è una discoteca, tanti giovani. Ho fatto nuove amicizie. Che ci sto a fare a Visso?».

Non è l’unica a porsi questa domanda. Riccardo Corradini ci lascia così: «Torno lì perché ho un lavoro statale, ma potrei chiedere il trasferime­nto. Chissà che non lo faccia davvero...».

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Alcuni momenti della vita all’Hotel Charly: 1) il pranzo domenicale; 2) Nilde Zega; 3) Francesca Spagnolo (con il cane) con Riccardo Corradini, Chiara Carloni e Simona Salvi; 4) Franco Ciccarelli gioca a carte con Bice Simoni; 5) Franco Ciccarelli...
4 Alcuni momenti della vita all’Hotel Charly: 1) il pranzo domenicale; 2) Nilde Zega; 3) Francesca Spagnolo (con il cane) con Riccardo Corradini, Chiara Carloni e Simona Salvi; 4) Franco Ciccarelli gioca a carte con Bice Simoni; 5) Franco Ciccarelli...
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Dario Gerichievi­ch, uno dei 30 terremotat­i di Visso ospitati dall’Hotel Charly di Lido di Fermo.
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Francesca Spagnolo con il suo cane. Nella vita lavora come postina a Visso.
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