Il mondo non è più vostro
In un’intervista esclusiva a Panorama il ministro degli esteri Sergey Lavrov, da quasi 15 anni stretto collaboratore di Putin, accusa gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e un gruppo «piccolo ma molto aggressivo» di Paesi europei russofobi. Devono rassegnars
Gli Usa e alcuni Paesi europei vorrebbero ancora dettar legge in un pianeta ormai policentrico, non si rassegnano e per questo ci attaccano, dice il russo Sergey Lavrov, ministro degli esteri di Putin. Ma è un gioco rischioso, ammonisce. Poi parla di Trump, di Siria, di Ucraina, dei populisti, del gas nervino. L’esempio per il futuro? L’asse Mosca-Pechino.
È l’uomo del momento. Per la verità, è da tempo l’uomo del momento. Sette anni di crisi siriana. Quattro anni di crisi ucraina. Le crescenti tensioni tra Russia e Ovest. Sergey Lavrov in tutta questa tempesta è un punto di equilibrio. Trasforma le minacce in arte diplomatica, abbassa il volume della conversazione, ascolta a lungo e spesso risponde a tono. Per dieci anni ambasciatore all’Onu, ministro degli Esteri della Russia dal 2004, è l’esponente di governo più longevo dell’era Putin. Il suo russo è forbito. Il suo portamento elegantissimo. Lo stile inconfondibile. Entra in una stanza e, con la sua voce bassa e potente, accarezza il discorso ufficiale e lo rende un’arma affilata e spiazzante, spesso vincente. Prima degli incontri ai massimi livelli, capita di vederlo appartato, seduto su una poltrona: studia i dossier e si prepara alla successiva conversazione. Ha un’agenda con orari disumani. E persino i più severi detrattori di Mosca riconoscono in lui talento ed equilibrio. Può permettersi come portavoce Maria Zakharova, bellissima, intelligente e versatile. Qualcuno potrebbe temere di essere messo in ombra da una donna così; Lavrov invece ne ha fatto la sua punta di diamante, per difendere una Russia sempre più sotto attacco. Sa essere inflessibile, lui. «Chi sei tu per darmi lezioni?» avrebbe detto nel 2008 al giovane collega britannico David Miliband. Qualcuno ritiene che Lavrov stia alla politica internazionale come Madonna alla musica pop. Difficile immaginarsi il genere senza un protagonista così. Panorama lo ha seguito in questi anni con discrezione, raccogliendo pareri e impressioni. E ora, in un momento di fortissima tensione, proprio quando sembrava impossibile, è riuscito a strappargli una lunga intervista.