Panorama

Mi riconosco più nella Milano di Sala che in quella di Salvini

«Sono l’anti Salvini a Milano» ha detto il sindaco Beppe Sala nel corso di un festoso picnic popolare multi etnico.

- di Claudio Martelli

A Salvini e alla sua campagna Sala ha contrappo

sto se stesso e Milano con la sua capacità di gestione dell’immigrazio­ne. «Un modello che funziona», alternativ­o a quello che Salvini propaganda senza tregua. Un modello fatto di apertura e di concretezz­a opposto a quello di chi chiude, separa e discrimina. I due sono diversi per ruolo, valori e stile di comunicazi­one.

Sala è discreto e parco di parole e, in verità, anche Salvini è di poche parole solo che non smette mai di ribadirle: comizi a ripetizion­e, interventi e slogan in mezzo alla gente e sotto le telecamere, un fiume in piena sui social media. Anche nelle ore di relax Salvini comunica con milioni di followers. Una volta è stato capace, primo politoco al mondo, di farsi fotografar­e nudo con la cravatta, a casa sua, per la copertina di un magazine.

A differenza di Craxi e di Berlusconi, milanesi con tratti di modernità, di vera generosità e di allegro disincanto che naturalmen­te esportavan­o a Roma e in Italia, per Salvini Milano è Milan, grinta, coacervo di interessi e destra populista. Quel che pensa l’ha fatto intendere molto chiarament­e. Per Sala invece Milano è un’altra cosa, è diversa, ha un suo modo positivo, costruttiv­o di affrontare i problemi e non ha nessuna intenzione di adeguarsi al modello e al modo di governare della Lega e di questo governo.

Di entrambi Salvini, milanese anche lui, è leader incontrast­ato. Sala non si è contrappos­to in nome della sinistra o del Pd, ma in nome di Milano. Aveva già preso la parola in nome della città raccoglien­do l’adesione di tutti i sindaci che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni - uomini della destra democratic­a e della tradizione socialista e di sinistra, laici e cattolici - unanimi con lui nel difendere le istituzion­i democratic­he e il presidente della Repubblica, aggredito da Luigi Di Maio e contestato da Salvini. Questa volta Sala ha parlato in nome di una città che ha fatto e vuol continuare a fare anche dell’apertura agli altri, italiani e stranieri, la sua forza e la sua fama.

Nelle università milane

si ogni anno aumentano gli iscritti e gli studenti stranieri sono già più di 50 mila. È una città che ha mantenuto la coesione sociale anche nei momenti più difficili. Per riuscirci hanno lavorato e cooperato in molti: responsabi­li politici e religiosi, imprendito­ri, associazio­ni di categoria e centri di cultura. Mentre una parte del Paese ancora soffre la crisi, Milano è ripartita e si rinnova grazie anche a un certo modo di amministra­re la cosa pubblica. «Qui non si usa così»: le parole intercetta­te dell’assessore del Pd, Maran, che interrompe le chiacchier­e scivolose di un gruppo d’affari ci rassicuran­o che nella sfera pubblica, almeno in quella milanese, abitano anche la competenza e l’onestà.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy