Egregio direttore,
sono da sempre, e questo sempre purtroppo è molto lungo, corre dal 1942, un super moderato: vita da bancario, meno che mediano, padre di 3 figlie bellissime e bravissime dalla nascita e nonno di 4 nipoti allevati ed educati dalle figlie, quindi perfetti. Ho apprezzato il suo tentativo di apparire o di voler essere moderato, espresso mi pare con fatica, lo si capiva tra le righe, nel suo ultimo editoriale. Purtroppo non mi sento di condividerlo appieno. Dopo la dissennata gestione della sinistra del problema immigrazione, che ha permesso a chiunque di venire in Italia, per poi lasciare centinaia di migliaia di disperati sotto i ponti, costringendoli a barcamenarsi tra furti e manovalanza per gli spacciatori e camorristi, i cittadini italiani, che lei sa meglio di me essere in gran parte persone oneste, laboriose e amanti della famiglia e della propria casa, tutte cose conquistate con anni di lavoro, gli italiani, dicevo, sono stanchi di non poter più uscire di casa la sera o di sapere a rischio le proprie figlie ogni volta che escono per andare a scuola o al lavoro. Di questo giusto disagio ne è prova la dissoluzione del Pd. Ed è naturale che adesso non si abbia più fiducia nei cosiddetti «buonisti», sapendo che oltretutto i più sono tali per inconfessabili interessi economici o politici. Non le pare che sia normale, giusto e quasi necessario dire un bel basta e rivolgersi a persone che, almeno per il momento e tra mille difficoltà poste dai furboni di Bruxelles, provano a darci la possibilità di riprenderci le nostre vite? Adesso, ovviamente entro i limiti della vera democrazia, è giusto e necessario tenere il polso fermo, ne deve convenire... e la sua merendina al rom non basta. Che poi ci riescano o meno lo dirà il tempo, ma almeno avranno restituito la speranza di un futuro più tranquillo a tante brave persone.