Caro direttore,
Lei che ha scoperto ora i valori della moderazione, forse non capirà fino in fondo quello che sto per dirle. Sono un lettore di Panorama da sempre, ma leggervi è diventata una cosa insopportabile. Ho vissuto il disagio di chi, da giovane, non era comunista né cattolico (per chiarezza, neanche fascista). Non avere parrocchie che ti accolgono e ti fanno sentire nel giusto è sempre una scelta difficile. C’era allora la consapevolezza di essere nel giusto e la sponda della politica laica e dei giornali che sostenevano, sia pur in minoranza, le mie idee. Tra questi Panorama. Poi è arrivata Tangentopoli e la lunga notte che dura ormai da 25 anni, in cui quelli come me si sono dovuti sempre nascondere. Nelle discussioni, nell’ambiente di lavoro, perfino coi parenti. Non ho mai rinunciato a esprimere le mie convinzioni, ma ho dovuto farlo in modo sempre un po’ reticente. La parte della vita in cui avevo l’energia e le migliori idee è stata consumata in un crescendo di frustrazioni. Era facile vedere che quello che succedeva ci avrebbe portato al fallimento, ma il pensiero unico era sempre lì, strafottente, a dirti che non avevi capito niente. Però... c’era sempre Panorama. Sapevi che da qualche parte qualcuno era con te, la pensava come te. Non era poco. Col tempo e con la frustrazione crescente, la moderazione, che era sempre stata il valore fondante di ogni mio comportamento, lasciava sempre più il posto all’insofferenza, a quello che i miei nemici di sempre, una volta rivoluzionari, definiscono ora estremismo. Eh sì, caro direttore. Ho paura che quelli come me ormai non si possano più definire moderati. Lei che ha abbracciato la moderazione nell’età adulta, magari per essere e sentirsi ancora una volta dalla parte giusta, mi sa che si è trovato dalla parte sbagliata. A combattere una battaglia persa. Perché vede, caro direttore, ho paura che quelli come me siano ormai la stragrande maggioranza degli italiani. Non so se sono nel giusto. Mi pare che la banale osservazione dei fatti recenti comunque mi dia un po’ di ragione.