Europei, felici e contanti
Il cash favorisce l’evasione fiscale? Non sembrerebbe, a guardare le cifre.
Matteo Salvini abolirebbe ogni limite all’uso del con
tante nelle transazioni, oggi fissato a 3 mila euro. Luigi Di Maio gli ha ribattuto che l’argomento non è oggetto del contratto di governo. Ma - a parte il fatto che non si possono mettere all’angolo gli oltre dieci milioni di italiani che non hanno un conto corrente bancario - davvero l’uso del cash allontanerebbe l’Italia dall’Europa? «Tutt’altro: agli europei il contante piace!», replica il professor Ranieri Razzante, docente alle Università di Bologna e Firenze, presidente dell’Associazione italiana responsabili antiriciclaggio. A confortarlo i dati di un’indagine condotta dalla Banca centrale europea. L’anno scorso nell’Eurozona circa il 79 per cento dei pagamenti al dettaglio (il 54 per cento in valore) è stato realizzato in contanti. Tra le principali economie, il cash si usa per l’87 per cento dei pagamenti in Spagna, per l’86 per cento in Italia e per l’80 per cento in Germania. Quanto alla disponibilità liquida pro capite, in Germania è pari a 103 euro contro una media europea di 65, cioè appena sotto i 69 euro dell’Italia.
Pareri discordanti anche sul fronte del contante come veicolo dell’evasione fiscale. Tra il 2010 e il 2011, quando il
limite all’utilizzo del contante scese a mille euro per operazione, l’evasione fiscale salì al 16 per cento del Prodotto interno lordo, secondo le stime del centro studi Cgia di Mestre. E dalla Relazione 2017 sull’attività della Guardia di finanza emerge che l’evasione più ingente e pericolosa è quella creata dalle cosiddette «frodi carosello», che hanno bisogno proprio di essere tracciate, con fatture e pagamenti certificati, mezzo privilegiato il bonifico. «L’idea che mettere un limite all’uso del contante
serva a ostacolare l’evasione è illusoria. Tante transazioni nascono in situazioni illegittime e resterebbero tali», sottolinea l’economista Francesco Lippi. «Soprattutto non ha bisogno del contante il riciclaggio» aggiunge Razzante. «Il riciclatore è colui che occulta la reale provenienza del denaro per immetterlo nel circuito legale. Tutta l’economia nera ha bisogno dei bonifici, magari attraverso società di comodo, non certo dei contanti». Più controlli servirebbero sulle criptovalute. «Ce ne sono già 1.200» accusa Razzante «e sono state create appunto per far saltare il sistema sovrano dell’emissione di moneta e tutti i controlli relativi». (Pietro Romano)