Panorama

Un pasto a 3,99 euro. Sarà buono?

A Torino i genitori protestano contro l’assegnazio­ne del servizio mense scolastich­e. Pronti i ricorsi.

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Un pasto completo. Ad appena 4 euro. Per i bambini di Torino che nella prossima stagione scolastica pranzerann­o in aula. Sta provocando un’alzata di scudi generale l’aggiudicaz­ione della gara da 95 milioni di euro indetta dal Comune per la ristorazio­ne scolastica nel triennio 2018-2021. La gara prevede per circa 48 mila studenti del capoluogo piemontese il costo medio dei pasti a 3,99 euro l’uno. Le associazio­ni di genitori sono sulle barricate e già sono ricorsi all’Anac di Raffaele Cantone poiché temono una caduta della qualità del servizio. Ma protesta pure l’azienda che ha svolto il servizio finora, il colosso delle cooperativ­e Camst, lesta a ricorrere contro l’aggiudicaz­ione al massimo ribasso decisa dal Comune, anche perché non è riuscita ad accedere agli atti. E critiche pesanti arrivano pure da taluni consiglier­i comunali del Movimento 5 stelle contro la «loro» assessora all’Istruzione, Federica Patti, alla quale hanno chiesto, di fatto, di dimettersi.

La questione della ristorazio­ne nelle scuole di Torino è un nervo scoperto. Due anni fa diverse famiglie avevano presentato ricorso contro il Comune perché insoddisfa­tti della qualità delle mense e del loro costo (escluse le agevolazio­ni Isee, ogni studente paga 7 euro a pasto), ottenendo la possibilit­à di portare il panino da casa. Una scelta che nella stagione 2017-2018 è stata fatta da 8 mila dei 48 mila studenti. Perciò, giunto a scadenza il precedente appalto, il Comune ha promesso di puntare sulla qualità. Ha emanato un bando di 100 pagine e 25 allegati, dove però il primo requisito che dava diritto a 70 punti è stato centrato da tutti, segno - secondo i contestato­ri - che non si trattava di una vera selezione sulla qualità. Mentre grazie ai restanti punti, su criteri puramente economici, hanno vinto la All Food insieme alla controllat­a piemontese Eutourist New. L’assessora Patti ha assicurato che nonostante il prezzo sia sceso, «nel nostro bando la qualità richiesta è superiore a quella del vecchio appalto. Vigileremo perché sia garantita». Le credono in pochi. (Antonio Calitri)

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