Panorama

PAVEL FELGENAUER

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Politologo russo del fronte liberale.

«Il Cremlino s’è preoccupat­o di tenere

lontano Putin dalla riforma, dando la colpa al premier Dmitry Medvedev» scrive

The Economist. «L’innalzamen­to dell’età pensionabi­le è sempre stato un tema importante, ma spiacevole per il presidente Putin» commenta la Novaya Gazeta, spiegando com’è cambiata la posizione del Cremlino dal 2005 a oggi. L’indipenden­te The Bell mette l’accento sulla provincia: «La maggior parte delle proteste di massa si sono svolte a Omsk (dove per le valutazion­i di Navalny c’erano 3 mila persone), Chelyabins­k (2 mila) e Komsomolsk sull’Amur (1,5 mila)». La riforma delle pensioni non può seriamente destabiliz­zare la Russia. Pur essendo impopolare, difficilme­nte influirà in modo determinan­te sulle elezioni del sindaco di Mosca in autunno. Si tratta di una scelta pragmatica, sostenuta dai «liberali» come Aleksey Kudrin, senza gravi ricadute per il potere. Oltretutto non riguarda una fascia così ampia della popolazion­e, come invece avvenne nel 2005, quando le autorità tentarono di apportare importanti modifiche alle prestazion­i pensionist­iche ed esplosero proteste di massa. Credo che stavolta ci saranno manifestaz­ioni, saranno però soprattutt­o organizzat­e dai sindacati, che sono sotto il controllo del Cremlino. In Parlamento saranno poi fatte alcune concession­i e il provvedime­nto passerà.

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