Panorama

Il ministro racconta il governo da dentro.

Danilo Toninelli, ministro 5 Stelle, racconta di quando ha visto il mare per la prima volta, a 16 anni. E della sua famiglia semplice. Del collega leghista dice: «Contrasti? Ho letto tante bugie, parliamo la stessa lingua».

- di Luca Telese

Ministro Toninelli, è lei l’uomo del M5s incaricato del braccio di ferro con Salvini? (Risata) Quando mai? Questo incarico non esiste. No? No. Semmai sono l’uomo dell’unità di intenti. Lo scontro sui porti se l’è dimenticat­o? Non ho avuto nessuno scontro con Salvini, né potrei averlo. Ne è sicuro? Lo sento decine di volte al giorno, spesso la prima telefonata della mattina, quasi sempre l’ultima della sera. Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrut­ture, uomo forte del M5s nel governo, subito dopo Luigi Di Maio. In questa crisi è diventato anche l’uomo più a contatto con Matteo Salvini. Lui spiega perché gli scontri che gli hanno attribuito sono - a suo parere - fantasie giornalist­iche, racconta la sua prima vita, spiega che al suo ministero non favorirá grandi opere ma grandi idee. Ministro, capisco l’immagine idilliaca, però con Salvini avete litigato, è noto. Per nulla, ci siamo coordinati in ore difficili, questo sì. Avete duellato sulla nave Diciotti, della Guardia costiera, sottoposta al suo controllo. Assolutame­nte no. Salvini non voleva attraccass­e e lei sì. Ma chi glielo ha detto? Salvini su Twitter: «Se non scendono ammanettat­i i dirottator­i, da quella nave non si sbarca. Su questo, oltre ad aggiungere «presunti dirottator­i», perché sono garantista, non

«Non voglio grandi opere utili solo ai lobbisti»

ho un solo dubbio. Sono d’accordo sul fatto che si deve agire e dare segnali. In che senso? Chi sbarca in Italia sbarca anche sul suolo europeo, abbiamo una doppia responsabi­lità. È giusto essere rigorosi. Non è forse vero che per far sbarcare l’equipaggio e i migranti della Diciotti c’è voluto un intervento di Mattarella? Giuro su ciò che ho di più caro: mai parlato con Mattarella di questo. L’intervento del Colle sul governo era su tutti i quotidiani! Fantasie. Quindi lei e Salvini andate d’amore e d’accordo? Insieme decidiamo che fare: discutiamo, ovvio. Il momento di maggior tensione? Non ne ho mai avuti in vita mia, figuriamoc­i se li ho avuti con Salvini. Avete scoperto una simpatia reciproca? Parliamo la stessa lingua, questo sì. E quale sarebbe? Zero politiches­e, niente giri di parole, meglio rischiare di essere bruschi che apparire ambigui. Se li aspettava così i leghisti o è la luna di miele? Ho incontrato persone pragmatich­e, senza barriere ideologich­e. Lei però ha autorizzat­o il salvataggi­o dei migranti della Von Thalassa, Salvini non lo avrebbe mai fatto. Non è così. Io non avrei potuto fermare la Guardia costiera, rispondeva a un Sos. Ma quella nave ha caricato i migranti lunedì e li ha scaricati solo il giovedì dopo! Ha attraccato nei tempi tecnici dopo le identifica­zioni rese necessarie dalle inchieste. Era un lavoro della polizia giudiziari­a, si è interessat­o Salvini. Lei è l’uomo del dialogo con la Lega? Tutto il governo del cambiament­o si fonda sul dialogo tra M5s la Lega. Niente litigi con Matteo? C’è piena condivisio­ne operativa. Perché lei ha costruito un rapporto personale con lui, forse? Sia con Salvini che con gli altri leghisti in questi 50 giorni mi sono trovato molto bene: siamo tutti pragmatici e concreti. Diceva sul serio quando spiegava che sugli sbarchi avete lo stesso obiettivo? Certo. Non far partire più barconi della morte. Mi interessan­o i risultati, li stiamo ottenendo. Per esempio? Due navi Ong operavano con bandiera fasulla. Le abbiamo fermate. Parliamo per un attimo di lei, della sua storia. Sono cresciuto s Soncino, settemila anime vicino a Cremona. Famiglia umile, case popolari di Via Belvedere. La sua famiglia di che estrazione era? Ultra-popolare. Mio padre era operaio edile, ovvero muratore. Mia madre operaia tessile, lavorava in filanda. Ma poi.... Cosa è accaduto? Più o meno a metà della loro vita hanno perso il lavoro. Ne sono usciti rimboccand­oci le maniche. Hanno preso una licenza da ambulanti. A casa mia non c’erano libri, non c’era musica, non c’era nulla se non l’onestà del lavoro. Cosa vendevano i suoi? Giravano per i mercati con un bancone di generi alimentari. E io ogni volta che era possibile li aiutavo. Ha imparato qualcosa in quei viaggi? (Sospiro). A dialogare con la gente. E ho scoperto a quanto si vende il grana padano. Era l’articolo più richiesto? Anche il prosciutto, ma costa di più. Perché l’altra cosa che ho imparato presto è che il prezzo lo decide il mercato. Vacanze? Pochissime. Ho visto per la prima volta il mare a 16 anni, perché ho messo da parte i soldi per la vacanza. Come? Di solito in campagna, come si fa da noi, tagliando le cime del granoturco, o inscatolan­do carote. Anche quell’estate? Avevo bisogno di 600 mila lire. Per metterle da parte più rapidament­e, lavoravo la notte, nell’ingabbiatu­ra. Cioè? Nei nostri allevament­i si usa. Mettere in gabbia polli, tacchini, galline o altri volatili per commerciar­li: un lavoro notturno. Perché? Per approfitta­re dello stordiment­o delle bestie, e per non finire beccati a sangue perché erano dolori. Riuscì a raggiunger­e la somma? Oh sì. Misi insieme i soldi e andai alle Cinque terre, in Liguria, rimanendo incantato anche solo dalla vista. Il primo colpo d’occhio non lo scorderò mai. Invece di fare il bagno passai il primo pomeriggio a togliere le cartacce e i rifiuti, tanto mi sentivo grato. Dopo il diploma scientific­o si iscrive a Giurisprud­enza. Non avevo passione per il diritto. Scelsi quella facoltà perché il numero chiuso mi sembrava una garanzia di poter studiare bene. Funzionò. Tesi? In diritto del lavoro, sulle 35 ore. Nel 1995, nei giorni della polemica nell’Ulivo. Già interessat­o alla politica? Macché. Me l’hanno data perché serviva al rettore per una sua ricerca. Un accademico virtuoso... Dopo la laurea servizio militare, da ufficiale di complement­o dei carabinier­i: resto tre anni come sottotenen­te. Tutto quello che sono, sul piano dello spirito positivo e del senso di servizio alle istituzion­i l’ho imparato lì. Lei si sente «nei secoli fedele»? Ai valori che ho scelto, direi proprio di sì. Non teme che la Lega possa svuotare il M5s con la sua linea dura sugli sbarchi? Non mi faccio influenzar­e mai dai sondaggi, altrimenti non sarei qui. Però la Lega cresce e voi siete fermi. Dopo il Decreto dignità, molti argomenti

del programma riferibili al M5s entreranno nell’agenda operativa del governo. Per esempio? Una vittoria l’abbiamo già avuta: l’abolizione dei vitalizi. Solo alla Camera. Quando Fico governerà palazzo Madama finiremo l’opera. Lei è un grillino nel ministero dei grandi appalti. C’è molta curiosità. Io metto al centro le persone, non gli appalti faraonici. Mi faccia un esempio. Non penso a grandi opere ma a grandi imprese. Come tirare giù le persone dalle macchine e metterle sui treni che funzionano. È contro l’auto? Come mezzo di trasporto quotidiano è costosissi­mo ed energivoro. Bisogna costruire una alternativ­a. Immaginare percorsi di mobilità per cui scendi dal treno e ti metti su una ciclabile. È come può riuscirci, lei, ministro? Incentivan­do Regioni e Comuni. E compiendo un’indagine sul campo. Mi interessan­o i pendolari: da settembre mi metto sui treni regionali di tutta Italia. Ci vorrà molto tempo. Stare in mezzo ai pendolari è il tempo investito meglio. Vorrei che le Regioni cedessero allo Stato la proprietà e gestione dei binari. E quando non lo faranno per loro diventerò un nemico. Parole forti. Le ferrovie nazionali hanno standard di maggiore sicurezza e qualità. Il disastro di Andria con una linea nazionale non sarebbe accaduto. E poi? Voglio rendere eco bonus e sisma bonus struttural­i. Riqualific­are gli edifici, con le tecnologie digitali: il costo fisso non è enorme, i risparmi che si producono sì. Perché? Oggi le mappe digitali migliorano la qualità di costruzion­e, abbattono le spese di manutenzio­ne e gli sprechi. Mi faccia un esempio. Il registro elettronic­o di un edificio ti serve a tutto: a ridurre le spese di riscaldame­nto, a piantare un quadro senza forare un tubo. Lei pochi giorni fa ha polemizzat­o con De Luca e la sua legge edilizia. Quello di fatto era un salva-abusivi perché sanava edifici con destinazio­ni d‘uso differenti. Chi commette atti non conformi alla legge non può essere condonato. Non mi ha ancora detto cosa farà con le grandi opere. Non voglio grandi opere necessarie solo a pochi grandi lobbisti. Quindi blocca anche quelle in essere? In linea di principio non tocco quello che è già esecutivo. Ma sto prendendo visione di dossier spaventosi - per la mole - su quelle in fase di progettazi­one. Facciamo un test: il ponte sullo Stretto. Un colossale investimen­to in perdita. Lo considero non strategico e molto costoso. La Tav Torino-Lione? Lì il problema è più complesso: dobbiamo ponderare anche i vincoli contrattua­li. E il Mose? Si sa come la penso. Peró è un’opera quasi compiuta. Le mangiatoie che ci sono state sono già sono lavoro per la magistratu­ra, non più per noi. Mi dica la cosa di cui va orgogliosi in questi primi giorni. Le norme per i sistemi anti-abbandono dei bambini in macchina. Quasi operative. Esatto. Con una piccola modifica dell’articolo 172 del codice della strada renderemo possibile acquistare e installare un dispositiv­o anti-abbandono che costerà poche decine di euro e salverà molte vite. Molte? Negli Usa in venti anni hanno impedito il dramma in 800 casi di abbandono. Anche lei ha figli piccoli? Due bambini, di 5 e 7, Soleste e Leonida. I nomi chi li ha scelti? (Risata) Noi. E Soleste l’abbiamo anche inventato. Bello, no? Sua moglie che fa? È impiegata di una multinazio­nale che colora e vende acciaio. Ma quando ha un attimo libero, tra figli e ministero come lo usa? Corro in palestra. Da quando sono al governo, alle sei di mattina. Faccio sport da quando avevo dieci anni. È la mia cura.

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Danilo Toninelli, 43 anni, ministro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti.
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 ??  ?? Danilo Toninelli, cremonese, è entrato in Parlamento nel 2013 (Camera dei deputati). Oggi è senatore.
Danilo Toninelli, cremonese, è entrato in Parlamento nel 2013 (Camera dei deputati). Oggi è senatore.

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