Panorama

Uno vale uno, ma adesso è arrivato chi ne vale undici

- di Andrea Marcenaro

Oh mamma, stamane ti vedo sereno. Bello! Cos’è successo? Beviamoci un caffè in santa pace, su, che per una volta saremo d’accordo, me lo sento. Finalmente! E su che cosa saremmo senz’altro d’accordo? Non lo indovini da solo? Dammi un aiutino… Cristiano Ronaldo alla Juve. Ah, ora vediamo. Certo, avrei preferito se fosse andato alla Sampdoriet­ta mia. A chi sia andato è francament­e secondario. A te pare? E mi pare sì: principale è lo scandalo. Tutti quei soldi, tutta quell’attenzione, tutti quei salamelecc­hi a un calciatore. Coi problemi che abbiamo qui, tra l’altro. E tu pensavi che saremmo stati d’accordo su questo? Sai qual è il culo tuo? Che vado sempre in giro disarmato. Ti sparerei, ti. Vabbé, ma allora… Ma allora che? Ancora a spiegare la differenza tra dilettanti­smo e profession­ismo, tra sport e sport-spettacolo, tra la rava e la fava, e il capitalism­o e i soldi che circolano? No eh? Risparmiam­elo. Vorrei ricordarti che negli stabilimen­ti di Marchionne gli operai hanno chiesto di scioperare, contro un simile scandalo. Quattro sfaticati, l’hanno chiesto. E migliaia di operai compagni loro gli hanno fatto il gesto dell’ombrello. Ma muoio dalla volta di dirti una cosa, a proposito di Ronaldo e, com’è che hai detto tu prima?, ah sì: «dei problemi che abbiamo qui». E dilla la tua cazzata, dai. Una parola sola: competenza. Anzi due: competenza e applicazio­ne. Ma facciamo tre: competenza, applicazio­ne e sacrificio. Embé? Nel Paese, come tu sai, dove un presidente del Consiglio è sceso in campo senza riscaldame­nto, quell’altro fa il vice perché passava di lì, quell’altro perché usa Twitter come una clava, dove la competenza è una chimera irraggiung­ibile, dove il ministro della Salute non sa cosa sia un vaccino, il sindaco di Roma che rischia ogni minuto di cadere in una buca, e facciamola corta, in un Paese dove impera il comandamen­to dell’Uno vale Uno, a me che uno ne valga undici, come Ronaldo, mi manda ai pazzi per la gioia. Quell’ignorante miliardari­o e pompato di Ronaldo: il tuo faro di civiltà. Te lo lascio. Ma quale faro di civiltà. Semplice emblema di serietà. O non sai niente? Cosa dovrei sapere? Che quello, con le doti naturali che ha, potrebbe vivere da nababbo senza manco allenarsi e invece si allena il doppio degli altri. Che arriva sul campo per primo e va via per ultimo, che essendo il suo strumento il corpo, lo cura di continuo. Che per questo non delude il pubblico, che per questo il pubblico lo ama e lo vuole anche a 32 anni. Unisce, alla passione, la competenza. Capito, deficiente? Sai che scoperta! Era così anche Grillo, quando faceva il comico. Ecco, bravo! Quando faceva il comico, forse.

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Cristiano Ronaldo con la maglia della Juve.

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