Indovina I chi viene a cena (e cucina lui)
Un grande chef stellato arriva a casa del re degli scrittori noir per cucinare un piatto con gli ingredienti che trova in dispensa. Continuano a Napoli, con la (im) probabile accoppiata tra Gennaro Esposito e Maurizio de Giovanni, i racconti di Panorama che mette alla prova i nomi più noti della cucina italiana, obbligati a confrontarsi con i frigoriferi a volte desolatamente semivuoti di alcuni personaggi famosi.
A ll’ombra del Vesuvio accadono fatti straordinari. Capita, per cominciare, che i protagonisti di questa storia di cibo e di libri si rivelino inizialmente estranei l’uno all’altro. Sì, Gennaro Esposito e Maurizio de Giovanni abitano a pochi chilometri l’uno dall’altro e simboleggiano entrambi la napoletanità più creativa, sia essa di provincia, come nella Vico Equense culinaria di Esposito, o di città, quale si svela nella Partenope letteraria di de Giovanni. Tuttavia i due sono diventati icone per vie parallele, finora mai convergenti. È Panorama che mette insieme lo chef e lo scrittore per la prima volta e lo fa in una sera estiva e tiepida, non torrida, mentre la luce cala dalle parti di Capri. L’isola incantata.
Basta il tempo di una conversazione per far diventare complici Gennaro e Maurizio. Li unisce il rifiuto comune dell’idea di perfezione («Se esistesse, avremmo il piatto unico o il libro unico gradito a tutti, la bellezza della diversità è proprio nell’imperfezione», chiosa de Giovanni) e anche una sana educazione sentimentale,
che metterà intorno alle polpette rifiuta il frullatore («Pompa aria nel composto e lo scalda, due peccati mortali»). E sui pomodori non fa sconti: «Li voglio autoctoni, di Corbara o del Vesuvio, e in stagione. Dopo, ci sono degli ottimi pomodori conservati o secchi». Alla fine forma le polpette e le frigge. A tavola ne arrivano la metà, causa il saccheggio continuo dei de Giovanni padre e figlio. Buone? Buonissime. E quali potrebbero essere i piatti prediletti dei protagonisti delle serie dell’autore? «L’ispettore Lojacono è siciliano e quindi ama la pasta con le sarde; il commissario Ricciardi è cilentano e non può fare a meno della ciauledda, la grande minestra estiva di verdure». E il suo? Risponde la moglie Paola: «La pasta alla scarpariello, saltata in padella con formaggio, pomodoro e basilico».