Panorama

QUANDO SONO I BAMBINI AD ADOTTARE I NONNI

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La signora Rosa, di Padova, aspettava la telefonata dei volontari dell’Auser (l’associazio­ne nazionale che si occupa di «invecchiam­ento attivo»), dall’altro capo del telefono però si è sentita la voce di un bambino che le chiedeva come si chiamava, quanti anni aveva, che faceva, come stava. È l’iniziativa, sperimenta­ta questa primavera nella città veneta e che da ottobre si estenderà in altri quartieri, di un filo diretto tra gli scolari delle elementari e gli anziani che hanno bisogno di compagnia. «Abbiamo pensato di coinvolger­e alcune scuole e affiancare per due-tre giorni i bambini ai volontari che fanno le “telefonate amiche”» spiega Francesca Benciolini, assessore ai Diritti umani e Decentrame­nto del Comune. L’idea di «adottare un nonno» è piaciuta al punto che continuerà, per tutto il 2019, in altre scuole padovane. «Gli anziani che seguiamo a Padova sono circa 400» precisa Antonio Barchesi dell’Auser. «Abbiamo spiegato ai bambini, di 7-8 anni, che questi sono i nonni degli altri che però ogni tanto si sentono soli». Sempre a Padova (che è candidata in Europa, unica città italiana, come capitale del volontaria­to 2020) grazie ai fondi della Giunta alcune famiglie «adottano», per un weekend o per le ferie, una persona anziana cui fanno la spesa o il bucato, leggono i giornali, acquistano le medicine. E magari vanno insieme al cinema.

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