Il mio mondo fuori da internet
Tecnogenio, con laurea in filosofia, Stewart Butterfield ama le fughe nell'outback australiano, le ciambelle newyorchesi e la pittura neo espressionista italiana.
Nella Silicon Valley è considerato un idolo. Ma definirlo informatico è riduttivo. Difficile dire chi è Stewart Butterfield. Visionario sarebbe più azzeccato. Slack, il suo ultimo algoritmo che mescola chat ed e-mail suddivise per priorità, vale 9 miliardi di dollari. A lanciare quell’offerta indecente è stata Amazon. Però Stewart Butterfield, 45 anni, ha rifiutato. Per ora. E sostiene che c’è ancora da inventare nel campo della posta elettronica. Memore forse della passata esperienza con Flickr, altra sua invenzione nata del 2003 e venduta tre anni dopo a Yahoo! per «appena» 25 milioni di dollari, è comprensibile che voglia pensarci bene prima di cedere Slack. Ha completato gli studi in filosofia e si è preso pure un dottorato su Spinoza. Sostiene che arte e filosofia servono eccome nel suo lavoro. I numeri sembrano dargli ragione, perché Slack, quando fu lanciata nel 2014, è diventata la startup con il tasso di crescita più alto di sempre. Oggi viaggia con ricavi per 200 milioni di dollari l’anno.
Slack ha sedi in molte città del mondo. Quali sono per lei le più congegnali?
Mi divido tra San Francisco e Vancouver. Ma quando posso mi ritiro nei boschi della British Columbia. Da bambino vivevo in un paese di appena 250 abitanti. Non avevamo acqua corrente né elettricità per scelta dei miei, e giocavo con rami e pietre. Quando ho visto il film Into the wild, anni fa, mi è sembrata la storia della mia infanzia.
Poi però è arrivato il successo.
È stato un fortunato incidente, diciamo. L’idea di Flickr è nata a causa di un’indigestione. Mi trovavo a New York, e i miei amici dall’altra parte degli Stati Uniti. Volevo mostrare loro la mia faccia pallida. Ho condiviso delle foto. E si è accesa la lampadina.
Pentito di averla ceduta per soli 25 milioni di dollari, quando Instagram è stata venduta per 715 milioni?
Ormai è acqua passata.
E Slack com’è nata?
Altro incidente. Non riuscivo a comunicare bene con i colleghi programmatori di videogiochi. Non volevamo fissarci sull’email. E abbiamo trovato un altro sistema.
E si è guadagnato la fama di «killer della mail». Arriverà la fine della chiocciola?
Parafrasando Mark Twain, la notizia della morte dell’email è esagerata. La nostra filosofia è innovare. Telefonate, messaggi, fruizione di
musica L’e-mail e non film, ancora. tutto si Ed è evoluto è strano. negli anni. L'esperienza di viaggio che consiglierebbe a un viaggiatore solitario? A giugno sono stato in Toscana e nel Lazio, in vacanza. Posti ricchi di storia e bellezza. In una mezza giornata di auto puoi visitare un museo, fare un bagno al mare e una gita in montagna. Un museo rimasto impresso? La casa di Machiavelli a San Casciano, vicino Firenze. Sembra di vederlo ancora lì. La città del cuore? Sydney. Per l’oceano e la natura selvaggia. Per il suo stile informale, ma sofisticato. La sua colonna sonora? David Bowie. A Firenze ho acquistato un ritratto di Duca bianco del pittore Patrizio Landolfi realizzato con la tecnica dei piccoli punti. Mi ha introdotto al puntinismo. Che cosa l'ha colpita? Sono quadri che si possono guardare con la lente d’ingrandimento. E ogni volta dicono qualcosa di diverso. Di Landolfi ho acquistato anche un altro quadro, astratto ma sempre composto da puntini di colore. Mia madre Norma se ne è innamorata. Quadri acquistati per la cifra di? Sessantamila euro. Ma non so se lo puoi scrivere. Della cucina italiana cosa segnala? Spaghetti ai fiori di zucca e menta. In Italia ero con mia madre, vegetariana. Mangiavo come lei. Mi tiene a bacchetta. Un ristorante particolare? La Gramola, a Tavarnelle, Firenze. Indimenticabile. E quando esce di casa dove va? Di solito al Miku di Vancouver. È un locale carino, si trovano anche prodotti freschi. Ne approfitto per fare la spesa. A New York adoro Doughnut Plant, dove fanno solo ciambelle dolci e salate. Spero che mia madre non lo venga a sapere. Il libro più amato? L’uomo di Marte di Andy Weir. C'è spazio per filosofi e artisti nella Silicon Valley. Altroché. Quei colleghi con cui programmavo videogiochi, prima della nascita di Slack, erano in parte ingegneri, altri artisti. I punti del puntinismo sono come i pixel di uno schermo, dicono alcuni. Ma secondo me c’è molto più. C’è calore, c’è profumo. C’è la fatica del pittore. Prossime idee? Una mostra a Vancouver con i maestri del puntinismo. Magari con i quadri di Pellizza da Volpedo.