Panorama

Le grandi manovre russe certifican­o il ritorno a una Guerra fredda

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«Esercitazi­oni russo-cinesi ci sono già state nel 2005, ma annunciare grandi manovre di dimensioni colossali, con 300 mila uomini, mille aerei ed elicotteri e 35 mila veicoli, scatena molti punti di domanda». Ė il commento del politologo russo Aleksandr Goltz, che spiega a Panorama le ragioni per cui Pechino partecipa alle esercitazi­oni militari russe nel Lontano Oriente (Vostok 2018), le prime di tale portata dai tempi della Guerra fredda. «Per tranquilli­zzare i cinesi, sono stati coinvolti 3.200 soldati dell’Esercito Popolare di Liberazion­e della Cina, con 900 veicoli terrestri e tre dozzine di aerei ed elicotteri». Perché, secondo la Nato, Vostok 2018 è una minaccia? Perché dimostra che la Russia è pronta a operazioni militari di grandi dimensioni. Ma il fatto che in Oriente non ci sia un avversario spinge a chiedersi dove sia l’avversario. E dove si trova? La Russia è già in Guerra fredda con l’Occidente. E il principale avversario militare là si trova. A Mosca, d’altra parte, non piace Trident Juncture 18, la più grande esercitazi­one militare Nato degli ultimi anni, che si svolgerà in Norvegia tra ottobre e novembre. È un caso che si tenga a stretto giro? Tenere esercitazi­oni in autunno è tradizione. Chi ricorda la precedente Guerra fredda, lo sa. Altra questione è che anche la portata delle manovre dell’Alleanza è cresciuta in modo serio. Ciò mostra che siamo di nuovo nel mezzo di una Guerra fredda. ( Cristina Giuliano - da Mosca)

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