Il potentissimo imperatore Meiji
Con Panorama dal 14 settembre la storia a fumetti del sovrano nipponico che, salito al trono a soli 15 anni, cambiò le sorti del Giappone.
Il Giappone di metà Ottocento era ben diverso dalla nazione egemone, industrializzata e che riuscì a far prosperare il proprio impero coloniale. Alla guida di un Paese diviso in centinaia di zone di potere feudale, quella che formalmente era la casa imperiale nipponica era in realtà poco più che una reggenza fantoccio. Il controllo effettivo dell’arcipelago era nelle mani degli Shogun, signori della guerra che controllavano l’esercito e che esercitavano un profondo controllo sulla vita sociale del Giappone.
A partire dal ‘600, gli shogun che si succedettero al potere applicarono una politica di chiusura commerciale e culturale: non solo i porti furono chiusi ai commerci esteri, ma le stesse colonie commerciali che il Giappone aveva insediato nell’Asia orientale videro diminuire progressivamente, fino a scomparire, i contatti con la madre patria. Ai cittadini dell’impero fu impedito di uscire dall’arcipelago, a chi si trovava all’esterno fu impedito di tornare e la quasi totalità degli stranieri fu cacciata. Mutsushito, l’erede al trono, salì al potere a soli 15 anni, nel 1862, col nome di Meiji. Il 122° imperatore del Giappone mostrò fin da subito una forza di volontà e una scaltrezza politica che da secoli mancava nel Paese. Approfittando di un momentaneo vuoto di potere, ebbe gioco facile a imporsi sul potere dello shogunato e accentrare il potere nelle proprie mani. In breve tempo, complice anche l’apertura del Paese alle potenze occidentali, l’ammodernamento del Giappone portò alla nascita di una nuova potenza coloniale.
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