Panorama

La moda parte da qui

Nell’immenso pianeta del fashion, tra acquisizio­ni miliardari­e di brand storici e sempre più giovani mercati di riferiment­o, c’è un’unica certezza: la filiera italiana non ha rivali al mondo. Questo è il nostro valore aggiunto, da record, che nessuno può

- di Antonella Matarrese

La notizia da capogiro arriva a riflettori spenti, con la fashion week milanese ormai conclusa. La Versace, azienda italiana all’80 per cento della famiglia, viene ceduta per due miliardi di dollari all’americana di Michael Kors, colosso del lusso yankee, competitor dei francesi Kering e Lvmh. E pensare che Donatella Versace, fasciata come una navigata sirenetta in un abito giallo strong, qualche ora prima della notizia era salita sul palco de La Scala per ritirare il premio consegnato­le durante la serata di gala del Green Carpet che, da due stagioni, sugella il gran finale delle passerelle milanesi. Tra Kate Blanchett, Julian Moore e il sindaco Beppe Sala, Donatella si è volatilizz­ata, privando stranament­e amici e giornalist­i della sua spumeggian­te verve. Ma col senno di poi, la sua apparizion­e fugace diventa di facile lettura.

Ora, al di là delle amarezze, più o meno condivisib­ili, sui marchi italiani ceduti a gruppi stranieri, resta il fatto che la moda è in larga misura fatta in casa nostra: è l’industria che, con i suoi sogni e impulsi visionari, genera in Italia la concretezz­a di fatturati importanti, con un saldo commercial­e di 19, 8 miliardi di euro nel 2017, e fa da traino all’intera economia del nostro Paese.

Ciò che sta accadendo, e le passerelle milanesi lo hanno dimostrato, è che va in scena una moda in larga misura made in Italy, ma destinata a un mercato molto diverso da quello abituale. Le collezioni primavera estate 2019 proposte dagli stilisti italiani sono rivolte a un pubblico di millennial danaroso, con una smania di apparire enorme e un bisogno di riconoscib­ilità e autorevole­zza più legato alla griffe che indossano che alla personalit­à che posseggono. Ma visto che i millennial­s italiani e europei sono alle prese con incertezze lavorative e precarietà salariali, è chiaro che il mercato di riferiment­o è quello dei giovani rampanti di Cina, Corea,

Siberia, India. Loro sì, ricchi e spendaccio­ni. Anche la moda vista sulle passerelle milanesi risponde a una nuova estetica che non è affatto quella europea: è una moda fatta da persone (gli stilisti) non più così giovani, per un pubblico di trenta-quarantenn­i di aree geografich­e e culturali molto diverse e distanti dalla vecchia Europa. L’ansia mercantile cambia i gusti e detta estetiche stravagant­i, principesc­he, cafone, sofisticat­e: vale tutto e il contrario di tutto. Dire che la moda non è più in grado

di guardare il mondo e di rappresent­arlo oè è però una forzatura: forse la rappresent­azione one non è così veloce quanto il cambiament­o. nto. E anche questo è un tema nuovo. In ogni gni caso, l’importante è che la cultura del ben n fatto e del rispetto della qualità siano ancora coltivate. C Come raccontano i dati: 499 mila m e 800 sono gli addetti dell’industria de alto di gamma che c il mondo ci invidia, fra francesi per primi, in grado di d fondere tradizione n e innovazion­e. Un U sistema di filiere r e distretti unico al mondo. m L’ombelico della d moda.

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 ??  ?? VERNICE, LATTICE, VINILE lo si può chiamare in diversi modi, purché sia lucido, cido, trasparent­e, morbido al tatto. tto. Così sexy, così sì funny da non poter passare e inosservat­o. DOPO GLI SHORTS dell’estate scorsa, sco inguinali e sfilacciat­i, per la bella stagione st 2019 la proposta pr degli stilisti si c concentra sul pan pantalonci­no da cicl ciclista, attillato ea e appena sopra il g ginocchio. Chi ha la gambe un po po’ cicciottel­le, si astenga.
VERNICE, LATTICE, VINILE lo si può chiamare in diversi modi, purché sia lucido, cido, trasparent­e, morbido al tatto. tto. Così sexy, così sì funny da non poter passare e inosservat­o. DOPO GLI SHORTS dell’estate scorsa, sco inguinali e sfilacciat­i, per la bella stagione st 2019 la proposta pr degli stilisti si c concentra sul pan pantalonci­no da cicl ciclista, attillato ea e appena sopra il g ginocchio. Chi ha la gambe un po po’ cicciottel­le, si astenga.
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L’ASIMMETRIA che scopre una spalla e ne fascia l’altra è un elemento connotativ­o di molti abiti e top sfoggiati sulle passerelle milanesi. Un vezzo sexy, esteticame­nte elegante.
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IL RITORNO del nero totale dopo qualche stagione di assenza è stato accolto con enfasi dai cultori del fascino dark.

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