I tentacoli del Cremlino in Africa
Negli ultimi anni il Cremlino ha ampliato la sua influenza in diversi Stati africani. Lo scorso marzo, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha visitato Angola ( foto: Putin con il presidente João Lourenço), Namibia, Mozambico, Etiopia, Zimbabwe. E ha firmato accordi economici per l’esplorazione mineraria e la cooperazione militare e tecnica. Secondo il Carnegie Endowment for International Peace, la Russia è il più grande fornitore di armi per l’Africa: il 35 per cento delle importazioni di armi del continente proviene da Mosca. La gran parte arriva da Rosoboronexport, un produttore di armi statale russo con legami in molti Paesi africani. Panorama chiede spiegazioni ad Alex Vines. In quali Stati africani Mosca sta espandendo la sua presenza? In molti. E ci sono profonde ragioni storiche risalenti ai tempi dell’Urss e della Guerra fredda, ma anche prima. La Russia è presente in Angola, Etiopia, Uganda, nella Repubblica Centrafricana… Che tipo di interessi ha la Russia in Africa? Diplomatici, commerciali, di sfruttamento delle risorse naturali. Ma soprattutto è interessata al business delle armi. Inoltre la compagnia Rosneft ha appena stipulato accordi con il Mozambico per l’estrazione di gas e petrolio. Mosca è anche presente in Angola per le miniere di diamanti. Ma le ragioni di fondo sono politiche: molti Stati africani fanno parte dell’Onu e i loro voti sono utili. D’altra parte la Russia fa parte del Consiglio di sicurezza e ciò è vantaggioso per gli Stati del continente. Perché tale nuovo interesse? L’Africa è diventata una potenziale alternativa politica, oltre che economica, per controbilanciare e diversificare le relazioni con l’Occidente e la Cina. Ad agosto la Russia ha firmato a Bangui un accordo per l’addestramento delle forze armate. Per non parlare dei tre giornalisti russi uccisi a luglio... Nessuno pensava a un così grande coinvolgimento della Russia nella Repubblica Centrafricana. Il presidente Faustin-Archange Touadéra ha favorito l’influenza russa. In realtà Mosca voleva destabilizzarne le relazioni internazionali. La Repubblica Centrafricana, ex colonia francese, ha storici legami con Parigi. Mosca si considera un player globale. Perché il Cremlino ha firmato un accordo per creare una base logistica in Eritrea? Mosca vuole una base nel Corno d’Africa: aveva preso in considerazione pure il Sudan. Con la pace tra Etiopia ed Eritrea la prospettiva si è fatta più interessante. L’area è strategica: vicino al Golfo di Aden e alla Penisola arabica. (