SUCCEDE IN ITALIA
Sono stati giorni surreali. Con i social a rendere il tutto ancora più surreale. Mentre lo spread schizzava su, mentre le agenzie di rating declassavano l’Italia, mentre Giuseppe Conte camminava sulle uova europee, Luigi Di Maio faceva Zorro. Gliela ha fatta pagare a quei furboni che fanno le leggi col trucco e ha tagliato in piazza la manina ai ladri dell’evasione fiscale. La sua sfuriata in diretta tv serviva a far capire per l’ennesima volta che si è voltata pagina con il governo del cambiamento, che evasori e riciclatori non avranno più vita facile. Parlava con voce stentorea e definitiva. Ce l’aveva con Renzi, con Gentiloni, con Berlusconi? No, c’è l’aveva col suo governo. A memoria recente non ricordo un scontro così feroce tra un vicepremier e un governo che vicepresiede. «Con noi queste porcherie non le fate», diceva. E lo diceva al suo alleato Salvini. L’alleato, che di passare per farabutto non ci stava, ha risposto per le rime anche lui in video, dando dell’incompetente a Giggino suo: firmi leggi che non capisci. E quello di rimando: avete truccato la manovra e non ce la farete a farmi passare per scemo. Nel frattempo le tifoserie social si scatenavano: dagli al leghista incitavano i grillini, dagli al grillino incitavano i leghisti. Più che partiti di lotta e di governo abbiamo visto due partiti in lotta nel governo.
Quasi in contemporanea il ministro per l’ambiente Sergio Costa in un’intervista scandiva
che finanziare a Ischia anche la ricostruzione delle case abusive colpite dal terremoto gli faceva venire il voltastomaco. Anche per lui vale lo stesso interrogativo: ce l’aveva con Renzi, con Gentiloni, con Berlusconi? No, questo ex comandante dei carabinieri che l’abusivismo l’ha combattuto per una vita ce l’aveva col governo di cui fa parte e con i grillini che lo hanno scelto. Quei grillini a cui non piace il condono firmato Lega ma che sono pronti a condonare i lavori abusivi di Ischia perché ricadono nel bacino elettorale campano di Di Maio.
E che dire dell’ineffabile ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli? Non pago di aver dato per funzionante un tunnel del Brennero che non esiste, è andato sotto un viadotto della A24 per postare un filmato accanto a un pilone malandato e denunciarne lo stato di degrado: «Non ci dormo la notte». Non lo fanno dormire, quei piloni, perché gli sembrano insicuri. E lo dice, da ministro, mentre le auto dei cittadini sfrecciano sopra la sua testa. Si è mai visto? Anche se la manutenzione e la sicurezza spettano ai concessionari, un ministro che ritiene pericoloso un viadotto può chiedere una relazione immediata e disporre che il viadotto venga chiuso.
Questi governanti protestano contro se stessi e contro il governo di cui fanno parte. Mi chiedo: Di Maio e Salvini non possono parlarsi prima di prendersi a schiaffi in rete? Il ministro Costa, che sembra uno serio, non poteva dire prima ai suoi che premiare gli abusivi di Ischia era una porcheria e che di fronte a quel provvedimento si sarebbe dimesso? Il Danilo a una sola corsia di marcia, se vuole far dormire sonni tranquilli anche a noi - come è suo dovere - quando sospetta che un viadotto sia pericolante perché lo lascia aperto? Così non si sovvertono i vecchi canoni della politica, si sovvertono la logica e il buon senso.
Logica e buon senso, in verità, sono messi a dura prova anche guardando sulla sponda opposta. Uno accende la tv e vede il palco della Leopolda con Matteo Renzi che riunisce le truppe. Sul momento dice: sarà un’immagine di archivio. Poi guarda la data e scopre che è oggi. Il fu enfant prodige della sinistra davanti ai suoi stati generali parla dell’orizzonte politico antipopulista, rilancia la società civile dopo averla ridotta a un club di amici suoi. Sulla carta gli scappa anche qualche cosa sensata, per carità, ma scandisce slogan su quella carta intestata che lui stesso ha reso carta straccia e che gli italiani hanno buttato nel cestino proprio perché intestata a lui. Il suo giro di giostra l’ha fatto, Renzi, ha avuto un credito pari a quello che ha oggi il governo che lui contesta, per poi sperperarlo. Eppure sentenzia. Ineffabile.
Ma non solo solo i big della politica a lasciarci a bocca aperta su YouTube, Twitter o Facebook.
A Cascina, l’assessore di Fratelli d’Italia, Sonia Avolio, per rispondere a Cristina Parodi che aveva parlato di ignoranza dietro il voto di protesta le ha suggerito di badare alla corna che gli farebbe suo marito; Maurizio Crosetti, giornalista di Repubblica, sulla presunta avanzata dei fascisti in Italia ha detto che dovremmo tornare ad appenderli per i piedi; il neopresidente della Rai Marcello Foa invece di spiegarci come intende impostare il servizio della tv pubblica, ha accusato gli europarlamentari Pd di essere al soldo di Soros. Per non parlare di Beppe Grillo che in questo bailamme vede un solo problema: i poteri di Mattarella.
Benvenuti nella Terza Repubblica. Non si può passare direttamente alla Quarta?